“La scuola che verrà”, il punto di vista delle famiglie nella ricerca di Save the Children

2020/09/11 Type of resource: Topics: Titles:

La scuola che verrà: attese, incertezze e sogni all’avvio del nuovo anno scolastico è la nuova ricerca di Save the Children che raccoglie il punto di vista delle famiglie con figli sull’impatto del lockdown e sul rientro a scuola.

L’indagine contiene una rilevazione condotta in esclusiva da Ipsos per l’organizzazione impegnata da anni nella tutela dei diritti dei bambini e dà conto anche della voce di più di 4000 studenti e di diversi docenti e dirigenti scolastici di alcune scuole con cui Save the Children collabora.

Secondo i dati della ricerca, 7 genitori su 10 dichiarano di avere preoccupazioni relative al rientro a scuola; la principale è data dall’incertezza sulle modalità di ripresa (60%), seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%) e quindi dalle possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con gli impegni lavorativi dei genitori (37%), specialmente per i padri e le madri di bambini di 4-6 anni (45%).

«Anche la rinuncia al lavoro o la riduzione dell’orario lavorativo – si legge nel sito di Save the Children - sembra essere una delle opzioni delle famiglie, in particolare quelle con figli più piccoli: una scelta che però – confermando ancora una volta il gender gap del nostro paese – ricadrebbe principalmente sulle madri (23%) più che sui padri (4%)».

Altri dati rivelano che, sebbene quasi tutti gli studenti siano stati ammessi alla classe successiva senza debiti, quasi un genitore su 5 (18%) ritiene che il proprio figlio non sia pronto ad affrontarne il programma a causa della perdita di apprendimento conseguente alle condizioni imposte dal confinamento.

Un genitore su 10, inoltre, crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici, mentre 7 genitori su 10 fra coloro che usufruiscono del servizio mensa si dichiarano preoccupati della possibile sospensione del servizio a causa delle norme anti-Covid e 2 su 10 fra coloro che ne hanno usufruito negli anni passati per i propri figli di 4-12 anni pensano di non poter sostenere le spese il prossimo anno.

Dalla ricerca emerge che un genitore su 4 fra coloro che non hanno iscritto il proprio figlio a un centro estivo ha dovuto rinunciare a causa del costo del servizio. La mancanza di offerta nel proprio territorio ha invece rappresentato una barriera in più di un caso su 3.

Altri risultati, infine, evidenziano che la maggioranza degli studenti (6 su 10) ha riscontrato difficoltà nella fruizione della scuola a distanza imposta dal confinamento. Guardando più nel dettaglio ai voti riportati dagli alunni, due terzi hanno mantenuto inalterata la propria performance, un quinto ha registrato un miglioramento nei voti conseguiti a fine anno (più di un quarto nel caso degli studenti delle superiori), mentre il restante 15% ha riportato voti peggiori.