L’impatto del Coronavirus sull’istruzione dei bambini rifugiati, rapporto Unhcr

2020/09/11 Type of resource: Topics: Titles:

La pandemia di Covid-19 ha avuto un forte impatto sull’istruzione dei bambini di tutto il mondo, ma i minorenni rifugiati sono stati particolarmente penalizzati. Il recente rapporto dell’Unhcr (Agenzia Onu per i rifugiati) Coming Together for Refugee Education prevede che, se la comunità internazionale non intraprenderà azioni immediate e coraggiose per contrastare gli effetti catastrofici del Coronavirus sull’istruzione di questi bambini, il potenziale di milioni di giovani rifugiati che vivono in alcune delle comunità più vulnerabili del mondo sarà ulteriormente minacciato.

«Prima della pandemia – si legge nella presentazione del volume pubblicata sul sito dell’Unhcr - la probabilità che un bambino rifugiato non ricevesse un’istruzione era due volte più elevata rispetto a quella di un bambino non rifugiato. Tale divario è destinato a peggiorare: molti potrebbero non avere l’opportunità di riprendere gli studi a causa della chiusura delle scuole, della difficoltà di pagare tasse d’iscrizione, divise o libri di testo, dell’impossibilità di accedere alle tecnologie o perché costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie».

I dati del rapporto, relativi al 2019, si basano su informazioni provenienti da dodici paesi che accolgono oltre la metà dei bambini rifugiati di tutto il mondo.

L’indagine evidenzia, fra l’altro, che, «mentre la percentuale di iscrizioni complessive all’istruzione primaria è pari al 77%, solo il 31% dei giovani risulta iscritto all’istruzione secondaria. A livello di istruzione superiore, la percentuale di iscritti è solo del 3%. Pur non stando in alcun modo al passo delle medie globali, queste statistiche dimostrano che sono stati compiuti progressi. Le iscrizioni all’istruzione secondaria sono aumentate e fanno registrare nuove decine di migliaia di bambini rifugiati che frequentano la scuola, un incremento del 2% nel solo 2019. Tuttavia, la pandemia di Covid-19 ora minaccia di azzerare questi e altri risultati di fondamentale importanza. La minaccia nei confronti delle bambine rifugiate è di particolare gravità».

Dalla pubblicazione emerge che le bambine rifugiate si trovano in una situazione di maggiore difficoltà: «in base ai dati in possesso dell’Unhcr, il Malala Fund ha stimato che, per effetto della pandemia da Covid-19, la metà di tutte le ragazze rifugiate iscritte alla scuola secondaria non farà ritorno in classe quando gli istituti riapriranno questo mese. Nei Paesi in cui la percentuale complessiva di ragazze rifugiate iscritte alla scuola secondaria era già inferiore al 10%, tutte le ragazze sono a rischio di abbandonare gli studi per sempre, una previsione agghiacciante che avrebbe un impatto sulle future generazioni».

Il rapporto mostra come famiglie, comunità e governi stiano lavorando per garantire la didattica dei bambini rifugiati e illustra esempi positivi di governi che hanno trasposto in legge il diritto dei bambini rifugiati a frequentare le scuole statali, riportando storie dall’Ecuador e dall’Iran. Risalto è dato a esempi di innovazione digitale introdotti dal Ministero dell’istruzione in Egitto e ai benefici che una famiglia giordana ha tratto dal passaggio alla fruizione della didattica online.