Online il rapporto "Nidi e servizi educativi per l’infanzia"

2020/06/17 Type of resource: Topics: Titles:

È online, sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia, il rapporto Nidi e servizi educativi per l’infanzia. Stato dell’arte, criticità e sviluppi del sistema educativo integrato 0-6, frutto dell’accordo di collaborazione triennale stipulato a fine 2018 tra il Dipartimento, l’Istituto Nazionale di Statistica e l’Università Ca’ Foscari Venezia per la produzione, diffusione e analisi dei dati sui servizi educativi per l’infanzia.

Il volume propone per la prima volta una lettura integrata di diverse fonti informative di natura amministrativa e statistica, con l’obiettivo di restituire un quadro conoscitivo analitico sul tema dei servizi per la prima infanzia riferito all’anno scolastico 2017/2018 e, più in generale, sul sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni. La raccolta ragionata della documentazione di natura normativa e amministrativa dà conto dello stadio di attuazione dei provvedimenti a livello locale.

Il rapporto mostra la persistenza di importanti criticità: una carenza strutturale nella disponibilità di servizi educativi per la prima infanzia rispetto al potenziale bacino di utenza (bambini di età inferiore a 3 anni) e una distribuzione profondamente disomogenea sul territorio nazionale.

Secondo i dati della pubblicazione i posti disponibili nei nidi e nei servizi integrativi pubblici e privati corrispondono mediamente al 12,3% del bacino potenziale di utenza al Sud e al 13,5% di quello delle Isole, contro una media nazionale del 24,7% (anno scolastico 2017/2018). Una  dotazione ben al di sotto dell’obiettivo del 33% fissato per il 2010 dal Consiglio europeo di  Barcellona del 2002 per sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Il Nord-est e il Centro Italia hanno tassi di copertura decisamente più alti (rispettivamente 32,5% e 32,4%); segue il Nord-ovest con il 29,2%.

Le strutture per la prima infanzia risultano concentrate nei territori più sviluppati dal punto di vista economico e nei comuni più grandi, mentre le aree più povere e i piccoli centri soffrono spesso di una carenza di servizi. Ad esempio, l’insieme dei comuni capoluogo di provincia ha una dotazione media di 32,8 posti per 100 bambini di 0-2 anni, valore nettamente superiore rispetto a quello dell’insieme dei comuni non capoluogo (21,4%). In tutte  le  regioni  del  Centro-nord e in Sardegna la copertura dei capoluoghi di provincia supera l’obiettivo target del 33% e in molti casi supera il 40%, con punte fino al 59% di Aosta e al 67,5% di Bolzano. I capoluoghi del Mezzogiorno si differenziano meno dal resto dell’area ma hanno livelli di copertura decisamente inferiori.

Il rapporto analizza vari aspetti, fra cui quello degli anticipi nella scuola d’infanzia: una parte non esigua della domanda si rivolge a forme educative non appropriate alla delicata fascia di età dei  bambini sotto i 3 anni. «Il fenomeno – si legge nel comunicato stampa che presenta il volume - è particolarmente evidente nelle regioni meridionali, in stretta correlazione con la scarsa diffusione di asili nido e altri servizi specifici per la prima infanzia. Se rapportati ai bambini di 2 anni compiuti, gli anticipatari alla scuola d’infanzia raggiungono il 15% dei loro coetanei a livello nazionale e superano il 20% nelle regioni del Sud, con il livello più alto, pari al 31,3%, in Calabria. Una piccola parte dei bambini anticipatari risulta inoltre “irregolare”, poiché questi bambini compiono 3 anni oltre il limite previsto dalla normativa, fissato al 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento».

Il rapporto è disponibile nella notizia dedicata.