Pandemia e famiglie a rischio povertà nel mondo, studio Unicef-Save the Children

2020/06/04 Type of resource: Topics: Titles:

Le ricadute economiche della pandemia di Coronavirus potrebbero causare un aumento della povertà familiare nel mondo, coinvolgendo fino a 86 milioni di bambini in più entro la fine di quest’anno. È quanto emerge da un nuovo studio lanciato il 28 maggio scorso da Unicef e Save the Children.

Secondo quanto evidenziato nell’indagine, in assenza di azioni immediate per proteggere le famiglie dalle difficoltà finanziarie causate dalla pandemia, il numero totale di bambini che vivono sotto la soglia di povertà nei paesi a basso e medio reddito potrebbe raggiungere i 672 milioni entro la fine dell’anno. Circa due su tre di questi bambini vivono in Africa subsahariana e Asia meridionale.

In termini relativi, gli incrementi più significativi potrebbero riguardare Europa e Asia centrale (+44%), mentre in America Latina e Caraibi l’aumento sarebbe del 22%.

L’impatto della crisi economica globale causata dalla pandemia e dalle relative politiche di contenimento è duplice. «La perdita immediata di reddito – si legge nel sito dell’Unicef - significa che le famiglie sono meno in grado di permettersi beni di base, compreso cibo e acqua potabile, hanno minori probabilità di accedere all'assistenza sanitaria o all'istruzione, e sono più a rischio di incorrere in matrimoni precoci, violenze, sfruttamento e abusi. La contrazione delle entrate fiscali comporta a sua volta un calo nella portata e nella qualità dei servizi sociali da cui dipendono molte famiglie vulnerabili. Per le famiglie più povere, il ridotto accesso ai servizi di assistenza sociale e agli ammortizzatori sociali limitano ulteriormente la loro possibilità di rispettare le misure di contenimento e di distanziamento sociale, esponendole così al rischio di contagio».

Come sottolineato dalle due organizzazioni che hanno realizzato lo studio, già prima dell’emergenza Coronavirus due terzi dei bambini nel mondo non avevano accesso ad alcuna forma di protezione sociale; centinaia di milioni di loro, inoltre, sono vittime della povertà multidimensionale - scarso accesso ad assistenza sanitaria, istruzione, nutrizione o alloggio adeguati - e spesso questo è l’effetto di una spesa pubblica non equa da parte dei governi. Per i bambini che vivono in paesi già colpiti da guerre e violenze l’impatto di questa crisi non farà che aumentare il rischio di instabilità e il numero di famiglie che finiscono in povertà.

Per rispondere e mitigare l’impatto dell’epidemia sui bambini nelle famiglie povere, Unicef e Save the Children chiedono un’espansione rapida e su larga scala dei sistemi e dei programmi di protezione sociale, fra cui sussidi monetari, refezione scolastica e sussidi per l’infanzia: tutti investimenti fondamentali per rispondere ai bisogni economici immediati delle famiglie e per gettare le basi affinché i paesi si preparino agli shock futuri. I governi devono inoltre investire in altre forme di protezione sociale, politiche fiscali, interventi per l’occupazione e sul mercato del lavoro a sostegno delle famiglie.

Tra le misure richieste da Unicef e Save the Children ci sono l’accesso universale a un’assistenza sanitaria di qualità e agli altri servizi sociali di base, e l’investimento in politiche a favore delle famiglie, come i congedi parentali retribuiti e l’assistenza alla prima infanzia.