Povertà educativa, rapporto Con i bambini-Openpolis

2019/04/29 Type of resource: Topics: Titles:

La presenza e l’accessibilità dei servizi per i minorenni nel nostro Paese è il tema al centro del secondo rapporto sulla povertà educativa minorile realizzato dall’impresa sociale Con i bambini e dall’Osservatorio Openpolis.
Il rapporto, intitolato Scuole e asili per ricucire il paese, è suddiviso in tre parti: la prima analizza la condizione dei minori in Italia, offrendo un quadro sulla povertà minorile, la seconda si sofferma sulla presenza degli asili nido e la terza, infine, è dedicata alla raggiungibilità delle scuole.
Secondo i dati riportati nella prima parte della pubblicazione, sono i minorenni i più colpiti dalla povertà assoluta. Nel 2005 era assolutamente povero il 3,9% degli under 18, un decennio dopo la percentuale di bambini e adolescenti in povertà è triplicata e attualmente supera il 12%. Le famiglie più povere sono generalmente quelle con minore scolarizzazione: l’incidenza della povertà assoluta è infatti più che doppia nei nuclei familiari dove la persona di riferimento non ha il diploma. «Contrastare la povertà nella fascia più giovane della popolazione – si spiega nella presentazione - significa offrire concretamente a tutti i bambini e gli adolescenti, a prescindere dal reddito dei genitori, uguali opportunità educative».
La seconda parte si sofferma su vari aspetti, fra i quali il ruolo educativo dell’asilo nido, l’obiettivo europeo del 33% e le disparità tra le regioni.
La terza parte inquadra il ruolo delle scuole, sia nella loro funzione educativa, sia come punto di riferimento per il territorio. Nelle aree interne l’offerta educativa si sviluppa a una velocità diversa dal resto del Paese: le scuole sono mediamente più piccole, sottodimensionate, meno raggiungibili  e attrattive, per gli studenti e per i docenti. «La conseguenza per questi territori – si legge nell’introduzione - è spesso una mobilità degli insegnanti molto elevata, che incide sulla continuità didattica e sui livelli di apprendimento. Da queste premesse bisogna partire per programmare l’offerta sul  territorio, anche valutando la raggiungibilità delle scuole».