Fermare il bombardamento pubblicitario di alimenti e bevande ipercalorici destinati ai bambini con un codice internazionale di autoregolamentazione: l'invito parte da Consumers international, l'organizzazione mondiale delle associazioni di consumatori che a marzo ha pubblicato il rapporto Left wanting more.
Nel documento - uno studio sulle politiche di marketing adottate dalle maggiori industrie alimentari - si ribadisce la necessità di un codice internazionale di autoregolamentazione sulla pubblicità di cibi non salutari rivolta ai bambini.
Left wanting more è il rapporto più recente pubblicato da Consumers international nell'ambito della campagna Junk food generation, lanciata il 15 marzo 2008 in occasione della Giornata mondiale dei diritti del consumatore, con l'obiettivo di bandire la pubblicità di cibi e bevande ipercalorici destinati ai minori di sedici anni.
Ma quali sono i cibi e le bevande non salutari? In che modo la pubblicità di questi prodotti influenza i consumatori più giovani? Come si può intervenire per introdurre delle regole che tutelino i minori e svolgano, quindi, un'azione preventiva nei confronti di un fenomeno, l'obesità, che colpisce un numero sempre più alto di bambini e adolescenti?
Gli alimenti non salutari sono tutti i cibi ricchi di grassi, zuccheri e sale: snack, merendine, bibite gassate, un richiamo irresistibile per i bambini, soprattutto se accompagnato da messaggi pubblicitari arricchiti di cartoni animati e fumetti o da confezioni colme di premi e regali. Diversi studi mostrano, infatti, che la pubblicità di cibo non salutare rivolta ai bambini ha un impatto notevole sulle loro abitudini alimentari, con conseguenze pesanti sulla salute.
Per prevenire i danni derivanti da una dieta non salutare, fatta di snack, bibite e merendine, Consumers international chiede che l'Organizzazione mondiale della sanità elabori un codice internazionale di autoregolamentazione sulla pubblicità di alimenti e bevande destinati ai bambini, invitando i singoli Stati a dare il loro contributo e le multinazionali ad aderire alle previsioni del codice.
Dal rapporto pubblicato dall'organizzazione mondiale delle associazioni di consumatori emerge che, nonostante i progressi compiuti da alcune aziende, mancano ancora politiche forti che regolamentino il settore. Secondo Consumers international il codice dovrebbe vietare, fra l'altro, la trasmissione di pubblicità sui cibi non salutari – via radio o tv - fra le 6 e le 21, la diffusione di messaggi pubblicitari attraverso i nuovi media, fra cui siti web e social network, la promozione di cibo non salutare nelle scuole e l'utilizzo di personaggi celebri e cartoni animati per pubblicizzare alimenti ipercalorici. (bg)
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