La democrazia si impara in classe

2009/03/23

La democrazia si impara in classe: è l'obiettivo di un progetto formativo chiamato I giovani e la democrazia cui hanno aderito una quindicina di scuole superiori in tutta Italia. L'iniziativa, lanciata dall'Istituto professionale “Fermi” di Reggio Calabria, vuole «liberare i giovani dalla cappa di disillusione che l’attuale sistema politico ha generato», spiega il preside Antonino Sergi. «Devono capire  - aggiunge - che la democrazia non si esaurisce nell’esercizio del diritto di voto, ma si rafforza nella partecipazione alla vita sociale e politica di tutti».

«La politica non è sporca o noiosa né la si può rifiutare perché decide la nostra vita», dice Sergi. Ecco allora l'intenzione di fornire ai ragazzi «gli strumenti per comprendere e decifrarne i meccanismi e le verità nascoste», ma stando alla larga dal bla bla con cui spesso il politichese maschera la propria carenza di idee. Che approccio usare allora per temi importanti e complessi come la Costituzione, la funzione delle tasse, i meccanismi dell'economia, le politiche europee e renderli interessanti agli occhi di un ragazzo di oggi? «Chiederemo agli esperti di esporli in modo semplice, comprensibile e non libresco - risponde il preside – e stimoleremo la discussione tra gli studenti, prima all'interno della loro scuola poi dialogando con le altre».

Perché l'educazione alla democrazia proposta dal Fermi vuole anche diventare occasione di confronto orizzontale e verticale: orizzontale perché gli studenti delle scuole coinvolte useranno Internet per comunicare e dialogare tra loro sulle varie tematiche; verticale perché quesiti, problemi e idee verranno poi approfonditi con “addetti ai lavori” come giornalisti, politici e giuristi. Oltre all'intento formativo, il progetto vuole arrivare alla formulazione di una proposta di legge di iniziativa popolare dedicata alle problematiche giovanili e incentrata, in particolare, «sulle prime forme di lavoro e di formazione post laurea».

I giovani e la democrazia sta già coinvolgendo scuole di ogni ordine in dieci regioni diverse (Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia, Sardegna,  Sicilia, Toscana,  Trentino, Piemonte): quattro licei scientifici, un liceo classico, tre istituti tecnici commerciali, due istituti magistrali, quattro istituti professionali e un istituto nautico. Ma c'è tempo fino al 31 marzo per partecipare: sul sito dell'istituto Fermi è possibile scaricare il modulo di adesione e un opuscolo informativo.

«Questo scorcio di  anno scolastico sarà utilizzato per stilare in forma definitiva il progetto e  mettere a punto  gli aspetti organizzativi: vogliamo anche utilizzare una  piattaforma blackboard per la didattica a distanza e gli altri strumenti di comunicazioni usati dai giovani come i blog, Facebook, Messenger», chiarisce Sergi. Da settembre poi, approfittando anche del ritorno dell'educazione civica tra le materie scolastiche, ogni mese gli studenti tratteranno un tema diverso, dal quale poi scaturirà il dialogo coi compagni del resto d'Italia e gli esperti. Ma, prima della pausa estiva,  ci sarà  il tempo per “scaldare i motori” e iniziare a parlare di cose concrete: «Parleremo del tardivo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e di cosa fare invece per facilitarlo – conclude Antonino Sergi - È un argomento emerso in un “sondaggio” tra le varie scuole aderenti: con questo metodo abbiamo voluto far entrare subito i ragazzi nel clima della democrazia». (mf)