Combattere la povertà e stringere alleanze: intervista alla Garante per l'infanzia

Filomena Albano, nominata Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza il 3 marzo 2016, si è insediata alla guida dell'Authority il 28 aprile scorso. I suoi primi mesi di lavoro coincidono con un momento particolarmente delicato per le nuove generazioni, sotto tanti aspetti.
Alla nuova Garante, subentrata a Vincenzo Spadafora, abbiamo rivolto qualche domanda sulle principali linee di azione del suo intervento e le prospettive future.

 

Quali sono le priorità del suo mandato?

 

Ho iniziato esattamente due mesi fa. In questo arco di tempo ho capito che per i bambini tutto è urgente. A fronte dell'urgenza degli argomenti sul tappeto, l'Autorità Garante non ha molte risorse. Sulla carta i compiti sono innumerevoli, anche se non strettamente operativi, ma più propulsivi e di collante rispetto a tutte le istituzioni. Le risorse, tuttavia, sono poche. Quindi è indispensabile un ordine di priorità per fare qualcosa. Fra le priorità l'emergenza che è diventata strutturale in questo momento storico è quella dei minori stranieri non accompagnati (minori di particolare fragilità, in quanto persone di minore età, stranieri e soli). Altre priorità sono la povertà, anche educativa, e la violenza e gli abusi, ai danni di minori ma anche commessi da minori. Poi ci sono tutte le riforme in campo, che riguardano la galassia infanzia: la riforma della giustizia civile, nella parte che riguarda i tribunali per i minorenni, la riforma in materia di cittadinanza, i minori stranieri non accompagnati e i minori fuori famiglia. Un'altra priorità, connessa al tema dei minori fuori famiglia, è la promozione dell'affido familiare.

 

Quali sono, a suo avviso, le strategie più efficaci per combattere la povertà minorile?

 

Alcune strategie sono state già messe in campo dal Governo. Come ho detto all'inizio, l'Autorità Garante ha un ruolo di sensibilizzazione e di collante tra tutte le istituzioni e le organizzazioni che a diverso titolo si occupano di infanzia. Riguardo alla povertà - in particolar modo riguardo a quella educativa - occorre invertire la tendenza della ereditarietà del fenomeno, sviluppando servizi - innanzitutto servizi per la prima infanzia - di qualità. Le opportunità che si offrono ai bambini nei primi anni di vita sono essenziali per invertire il circolo vizioso della povertà, soprattutto di quella educativa, strettamente collegata al fenomeno dei Neet (giovani nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano percorsi di istruzione e formazione). Bisogna interrompere il circolo vizioso povertà educativa-Neet. Più si agisce per prevenire nella prima fascia di età (0-6 anni) e meno costi ci sono per la società. Connesso a questo argomento è il tema dell'accessibilità alle mense scolastiche in maniera indifferenziata anche per chi non può sostenerne l'onere economico. Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sono stati istituiti due fondi: il fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale e il fondo per il contrasto alla povertà educativa. Non è stato ancora approvato, invece, il Piano per l'infanzia e l'adolescenza; ho iniziato un'interlocuzione affinché si arrivi quanto prima alla sua approvazione. Su questo ho ricevuto rassicurazioni.

 

Un altro tema centrale a cui ha accennato prima è la condizione dei minori migranti. Come si muoverà su questo fronte?

 

Mi sono già mossa: la settimana scorsa ero a Palermo, a un convegno in cui si è parlato della formazione dei tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati. L'emergenza è diventata strutturale, i numeri parlano da soli. Il ruolo dell'Autorità Garante è quello di fare da collegamento tra il Ministero dell'interno, che ha la responsabilità dell'accoglienza dei minori migranti, e la fase successiva: dopo la prima accoglienza il problema è individuare una figura di riferimento adulta, deputata all'adempimento di tutte le pratiche burocratiche per questi ragazzi. Questa figura non può essere il sindaco o l'assessore alle politiche sociali perché in alcune realtà, come quella palermitana, l'assessore alle politiche sociali è il tutore di circa mille minori. Mi sono attivata affinché il tutore sia una figura formata ad hoc, che svolge la propria attività per un numero limitato di minori, e la sua nomina avvenga in tempi il più possibile rapidi.

 

Come valorizzare il lavoro di rete tra istituzioni, associazioni e altre realtà che si occupano di infanzia e adolescenza?

 

Il tema delle alleanze è per me un punto fondamentale. L'Autorità Garante ha innumerevoli compiti sulla carta, ma la dotazione organica è di 10 persone. Per questo il tema delle alleanze è centrale. Come farle? Innanzitutto, oltre alla legge istitutiva del Garante nazionale, c'è anche un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 luglio 2012 che regola il funzionamento dell'Autorità Garante e istituisce la Consulta nazionale delle associazioni e delle organizzazioni. Voglio individuare le priorità in maniera sinergica, perciò ho ripristinato la Consulta: le associazioni e le organizzazioni più rappresentative nei settori dell'infanzia e dell'adolescenza che ne fanno parte potranno avanzare proposte all'Autorità Garante sui temi che ritengono prioritari. In questi due mesi, inoltre, ho attivato molti incontri istituzionali, in modo da stringere alleanze su diversi fronti.

 

(Barbara Guastella)