Partecipazione dei minori: Linee di indirizzo della Regione Liguria

Nel 2015 la Regione Liguria ha approvato le Linee di indirizzo in materia di partecipazione e ascolto dei minorenni. Il documento ha vari obiettivi, fra i quali quello di favorire lo sviluppo di una cultura e di una sensibilità diffuse sulla tutela dei minorenni e sulla protezione e promozione attiva dei loro diritti.
Ne abbiamo parlato con Cinzia Catzeddu, funzionario dell'Unità specialistica di staff Politiche sociali del Dipartimento salute e servizi sociali della Regione.

 

Com'è nata l'idea che ha portato all'elaborazione di questo documento?

 

L'idea nasce anche da una proposta e da precedenti collaborazioni e progetti sviluppati con il Pidida Liguria (Coordinamento per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza della Liguria, n.d.r.) e nell'ambito di una delibera quadro sul sistema socioeducativo di promozione, prevenzione e tutela per bambini e adolescenti. Nella delibera quadro abbiamo inserito diversi allegati, che contengono indirizzi su materie diverse (adozione, affidamento, strutture di accoglienza per minori, indirizzi sulla prevenzione e sul maltrattamento e l'abuso): ci sembrava importante dedicare uno spazio anche alla partecipazione e all'ascolto dei minorenni, dando dei primi indirizzi al territorio per sviluppare iniziative in questo ambito.

 

Quali sono gli obiettivi e i principali contenuti delle Linee di indirizzo?

 

Al di là dell'obiettivo più generale di sviluppare una sensibilità rispetto al tema della promozione attiva dei diritti dei minori, gli obiettivi un po' più concreti sono quelli di iniziare a condividere termini, definizioni, procedure e descrivere gli indirizzi principali sulla partecipazione e l'ascolto dei minori. Abbiamo fatto riferimento a tutta la normativa nazionale e internazionale.
Per quanto riguarda i contenuti, abbiamo tentato di dare una definizione della partecipazione minorile, sempre sulla base dei documenti che ho citato prima. Abbiamo individuato, inoltre, le finalità principali, le caratteristiche, le tipologie e le forme di partecipazione, anche a partire dalle esperienze sviluppate in Liguria con progetti sperimentali. Abbiamo indicato quali sono le condizioni per realizzare la partecipazione e quali sono gli attori principali. Il documento prevede anche la costituzione di un gruppo regionale di promozione della partecipazione minorile, che dovrebbe lavorare per promuovere la realizzazione delle iniziative di partecipazione.

 

Le Linee di indirizzo si ispirano ad altri documenti analoghi adottati da altre regioni o rappresentano il primo documento del genere in Italia?

 

Non ci siamo ispirati a documenti analoghi di altre regioni, anche se spesso è molto utile capire cosa è stato realizzato in altri territori. Ci siamo ispirati principalmente alla normativa e a documenti di studio nazionali e internazionali. Non sono a conoscenza di documenti simili realizzati da altre regioni. Sicuramente anche le altre regioni sono molto attente al tema dei diritti e probabilmente ci sono contenuti analoghi, anche in documenti più ampi.

 

Le Linee di indirizzo sono state uno degli argomenti all'ordine del giorno della sesta edizione degli “Stati generali della partecipazione” dei bambini e dei ragazzi alla vita della comunità locale, che si è svolta a Genova il 23 maggio scorso. Cosa è emerso dall'incontro?

 

La giornata organizzata dal Pidida Liguria è stata anche un'occasione per tentare di dare indicazioni concrete su come le Linee di indirizzo possano essere applicate sul territorio ligure, con la condivisione di diversi soggetti coinvolti a vario titolo: insegnanti, educatori, referenti della Regione. È stato molto interessante partecipare alla discussione, nella quale sono stati sviluppati principalmente tre temi: la partecipazione all'interno degli enti locali, la partecipazione all'interno delle scuole e la partecipazione nei centri di aggregazione. Da questa discussione partirà l'elaborazione di altri documenti, che dovranno aiutare a promuovere la partecipazione dei ragazzi.
C'è ancora molto lavoro da fare, perché il linguaggio comune e condiviso è da costruire. Tuttavia, mi sembra che un documento regionale in questo ambito possa essere una buona base per sollecitare il confronto, che è sempre importante per tenere alta l'attenzione su un determinato tema.

 

(Barbara Guastella)