I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia: Ottavo Rapporto del Gruppo Crc

In Italia un bambino su 7 nasce e cresce in condizioni di povertà assoluta, uno su 20 assiste a violenza domestica e uno su 100 è vittima di maltrattamenti. È quanto emerge dall'Ottavo Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia 2014-2015 del Gruppo Crc, presentato il 17 giugno scorso a Roma nel corso di un incontro a cui è intervenuto il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti.

Altri dati del rapporto rivelano che un bambino su 20 vive in aree inquinate e a rischio di mortalità, uno su 50 soffre di una condizione che comporterà una disabilità significativa all'età dell'ingresso nella scuola primaria e uno su 500 vive in strutture di accoglienza.

Più di 8 bambini su 10, inoltre, non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell'età compresa tra i 3 e i 5 anni. Nel 2013 in Italia sono andati all'asilo solo 218.412 bambini, pari al 13,5 per cento della popolazione sotto i 3 anni. E la situazione nel Mezzogiorno è ancora più grave, se si considera che tutte le regioni del Sud si collocano sotto la media nazionale, come la Sicilia (5,6 per cento), la Puglia (4,4 per cento), la Campania (2,7 per cento) e la Calabria (2,1 per cento).

Il rapporto, intitolato I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, dedica uno speciale approfondimento ai diritti dei bambini nella fascia 0-6 anni. Nelle prime pagine dell'introduzione si sottolinea l'importanza dell'investimento sull'infanzia: «quanto accade, o viceversa quanto non accade, nei primi anni di vita ha effetti su tutta l'esistenza, tanto che si dice che “i primi anni durano per sempre”».

Sebbene siano stati compiuti alcuni passi avanti dalla presentazione del precedente rapporto, si spiega nel documento, l'investimento nelle famiglie e nei primi anni di vita è ancora insufficiente per arginare la crescente diseguaglianza di condizioni di partenza, determinata sia dalla situazione economica, sia dai trend di distribuzione del reddito. L'Italia, infatti, «occupa la penultima posizione tra i Paesi europei per le risorse dedicate alle famiglie sul totale della spesa sociale, con uno stanziamento pari al 4,8%, nel quale, oltre al sostegno al reddito per maternità e paternità, sono compresi anche i fondi destinati ai servizi educativi per i bambini da zero a tre anni e le strutture e l'assistenza domiciliare per le famiglie con minori».

Il rapporto è suddiviso in 7 capitoli, che affrontano i seguenti temi: Misure generali di attuazione della Crc in Italia; Principi generali della Crc; Diritti civili e libertà; Ambiente familiare e misure alternative; Salute e assistenza; Educazione, gioco e attività culturali; Misure speciali per la tutela dei minori.

Alla redazione del documento hanno contribuito 124 operatori delle 90 associazioni del Gruppo Crc che lavorano per i minori. (bg)