Secondo le stime più recenti dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), i bambini e gli adolescenti tra i 5 e i 17 anni costretti a lavorare sono, nel mondo, 168 milioni. Nonostante i progressi raggiunti, rimane molta strada da fare per eliminare del tutto un fenomeno che riguarda ancora troppi minori, con conseguenze molto pesanti anche sulla loro vita futura. La Giornata mondiale contro il lavoro minorile 2015, che si celebra domani, pone l'accento sull'importanza dell'istruzione di qualità per combattere efficacemente questa realtà e lancia un appello per sensibilizzare sul tema e promuovere azioni concrete per prevenire e contrastare il fenomeno.
L'istruzione, infatti, gioca un ruolo fondamentale nell'interruzione del circolo vizioso che riguarda i minori coinvolti nel lavoro minorile, che sono bambini che non frequentano per niente la scuola, o, in altri casi, riescono a conciliare scuola e lavoro, ma perlopiù a discapito della propria istruzione. Bambini che, una volta diventati adulti, avranno più probabilità di trovare un lavoro precario pagato poco, o di essere disoccupati.
«L'istruzione gratuita, obbligatoria e di qualità fino all'età minima per l'ammissione all'impiego costituisce uno strumento chiave per porre fine al lavoro minorile. La frequenza scolastica sottrae almeno parzialmente i minori al mercato del lavoro e costituisce la base per acquisire le qualifiche necessarie a una futura occupazione redditizia. La crisi mondiale dell'occupazione giovanile, insieme ai problemi che incontrano i giovani al momento del passaggio dalla scuola al lavoro, dimostra quanto sia necessaria una istruzione pertinente e di qualità, in grado di sviluppare le qualifiche indispensabili per riuscire nel mercato del lavoro e nella vita in generale», si legge nel sito dell'Ufficio dell'Ilo per l'Italia e San Marino.
Domani a Ginevra è prevista una conferenza stampa durante la quale Kailash Satyarthi e Corinne Vargha, capo del Dipartimento dell'Ilo sui principi e i diritti fondamentali nel lavoro, presenteranno il World report on child labour 2015: paving the way to decent work for young people (Rapporto mondiale sul lavoro minorile 2015: aprire la strada al lavoro dignitoso per i giovani).
Il rapporto sottolinea gli stretti collegamenti tra il lavoro minorile e i risultati dell'occupazione giovanile, e la necessità di stabilire politiche che rispondano simultaneamente alla doppia sfida nei Paesi in cui prevalgono i problemi del lavoro minorile e dell'occupazione giovanile.
In vista della Giornata, Save the children e Ilo rivolgono alcune richieste al Governo italiano: l'adozione con urgenza di un piano nazionale sul lavoro minorile che preveda da un lato la creazione di un sistema di monitoraggio regolare del fenomeno e dall'altro le azioni da svolgere per intervenire efficacemente sulla prevenzione e sul contrasto del lavoro illegale, e in particolare delle peggiori forme di lavoro minorile; l'istituzione di un tavolo di dialogo sul lavoro minorile con le parti sociali e le organizzazioni non governative.
Secondo i dati dell'indagine Game over, realizzata da Save the Children insieme all'Associazione Bruno Trentin, il lavoro minorile riguarda, in Italia, almeno 340.000 minori sotto i 16 anni, di cui 28.000 coinvolti in attività molto pericolose per la loro sicurezza e la loro salute e ai limiti dello sfruttamento.
Tanti gli eventi che si terranno in tutto il mondo per celebrare la Giornata. Anche il nostro Paese partecipa alla mobilitazione con varie iniziative: fra queste, la conferenza Energie per vita nel rispetto dei diritti: sì a un'istruzione di qualità no al lavoro minorile, in programma domani a Milano, a cui interverranno rappresentanti istituzionali ed esperti. (bg)