Nella sessione svoltasi il 16 gennaio 2013, Il Comitato Onu ha concluso il suo secondo rapporto alla Santa Sede (CRC/C/VAT/2) rendendo pubbliche le sue Osservazioni conclusive il 31 gennaio 2014.

Conviene innanzi tutto premettere che qui la Santa Sede viene colta non tanto nella sua qualità di organo sovrano dello Stato Città del Vaticano – uno stato così minuscolo, che come tale sarebbe quasi irrilevante dal punto di vista internazionale – quanto quale ente esponenziale e organo sovrano della confessione religiosa Chiesa cattolica, questa sì una realtà importantissima e di dimensioni mondiali, abituata a operare politicamente in campo internazionale e nei rapporti con gli Stati non tanto con gli strumenti del diritto quanto usando il suo prestigio morale, un prestigio che le consentirebbe persino, se del caso, di saltare il livello istituzionale e rivolgersi direttamente ai propri fedeli di qualunque Stato. Insomma entrambi tali enti – ONU e Santa Sede – utilizzano e fanno affidamento sul grande prestigio morale di cui godono, solo in base al quale essi possono parlare, sollecitare, redarguire, sindacare i comportamenti degli Stati in tutte le questioni che presentano risvolti morali. È dunque di estremo interesse vedere qui la Santa Sede subire accuse e reprimende da parte dell’ONU con riferimento a molti aspetti di mancata tutela dei diritti dei minori in tante fattispecie che vedono quest’ultimi vittime di comportamenti immorali o delittuosi da parte di membri del clero cattolico che poi riescono a sfuggire a una giusta pena in virtù della cortina di silenzio con cui il diritto e la prassi canonica li avvolge e nasconde al fine di evitare grave scandalo e responsabilità.

Tessa Onida