Il 26 settembre Milano ospiterà il convegno Costruiamo il welfare di domani, organizzato dall'Irs (Istituto per la ricerca sociale) e altre realtà. L'evento sarà l'occasione per presentare e discutere la proposta di riforma del welfare italiano in campo socio-assistenziale elaborata da un'équipe di studiosi guidata da Emanuele Ranci Ortigosa dell'Irs e da Paolo Bosi del Centro di analisi delle politiche pubbliche dell'Università di Modena e Reggio Emilia, insieme all'associazione Ars e con il patrocinio di Fondazione Cariplo.
«Le sofferenze sociali generate dalla crisi in atto e i vincoli di bilancio sollecitano urgenti riforme attuabili ottimizzando l'uso delle risorse oggi disponibili», si legge nella presentazione della giornata di studio.
La nuova proposta, emersa durante il convegno del 2011 Disegniamo il welfare di domani e in questi anni approfondita e analizzata nel corso di incontri e dibattiti, tiene conto dell'impatto di trasformazioni sociali recenti (l'invecchiamento della popolazione, l'impoverimento crescente, le immigrazioni, il conflitto generazionale), «che si sono sommate alle carenze di un sistema da tempo obsoleto», e prevede interventi in tre ambiti fondamentali: sostegno alle responsabilità familiari, sostegno alla non autosufficienza e contrasto alla povertà. Il suo obiettivo è quello di «migliorare l'efficacia, l'equità e l'efficienza dell'intero sistema riaggregando e ridefinendo profondamente le attuali misure, e in particolare le erogazioni monetarie nazionali, per affidare sempre più a sistemi di servizi sociali territoriali la progettazione e la gestione di interventi appropriati alle specifiche condizioni delle persone e delle famiglie».
In riferimento al primo ambito si propone l'istituzione di un assegno per le famiglie con figli – con o senza detrazioni per altri familiari a carico e graduato in base alla condizione economica della famiglia e al numero dei componenti – «che può essere introdotto reimpiegando i circa 18 miliardi attualmente destinati a detrazioni e assegni familiari, per un totale di 10,5 milioni di famiglie potenzialmente beneficiarie».
Per garantire un sostegno agli over 65 totalmente o parzialmente non autosufficienti, si suggerisce la creazione «di un nuovo strumento, in sostituzione dell'indennità di accompagnamento, chiamato “Dote di Cura”, che consentirebbe l'attivazione dei servizi di natura socio-sanitaria e lo sviluppo di un percorso assistenziale flessibile (secondo un adeguato mix cash/care definito insieme al beneficiario)».
Per contrastare la povertà, infine, si propone l'istituzione del «Reddito Minimo di Inserimento», che «andrebbe a integrare i redditi di tutte le famiglie “povere” fino a consentire loro di raggiungere la soglia della “povertà assoluta” e verrebbe garantito a condizione della attivazione di percorsi di inclusione sociale finalizzati all'empowerment delle risorse individuali, per facilitare il reinserimento sociale e lavorativo dei beneficiari».
Il convegno vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali, amministratori regionali e locali, esperti, esponenti di organizzazioni sindacali e sociali e dirigenti dei servizi pubblici e privati. Interverranno, fra gli altri: Maria Cecilia Guerra, viceministro al lavoro e alle politiche sociali; Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale; Giuliano Pisapia, sindaco di Milano e Pietro Barbieri, portavoce del Forum nazionale del terzo settore. (bg)
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