Aumenta, nelle scuole, il numero di studenti stranieri. Lo rivela il nuovo Rapporto nazionale sugli alunni con cittadinanza non italiana relativo all'anno scolastico 2011/2012, realizzato dalla Direzione generale per lo studente, l'integrazione, la partecipazione e la comunicazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dalla fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità).
Il rapporto, presentato di recente, offre un quadro aggiornato sulla presenza nelle scuole e la situazione degli alunni stranieri che si sofferma su vari aspetti, fra i quali: i tratti distintivi delle presenze distribuite nei diversi ordini e gradi e nei differenti territori, la realtà delle scuole con elevate percentuali di studenti stranieri, i processi di apprendimento, gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia e i neoarrivati nel nostro sistema scolastico e il gruppo dei rom, sinti e caminanti, ai quali il rapporto dedica, per la prima volta, un intero capitolo. Il documento contiene dati, analisi e alcuni approfondimenti, che riguardano le scuole con una percentuale di alunni con cittadinanza non italiana pari o superiore al 50 per cento del totale degli allievi, gli studenti stranieri nati in Italia e, infine, gli alunni rom, sinti e caminanti.
Gli alunni con cittadinanza non italiana si confermano come una realtà strutturale del nostro Paese: nell'anno scolastico 2011/2012 sono 755.939, mentre nell'anno scolastico precedente erano 711.064. L'aumento più significativo riguarda le scuole dell'infanzia. Nell'arco temporale che va dall'anno scolastico 2001/2002 all'anno scolastico 2011/2012, si registra un rapido e importante incremento nelle iscrizioni, che in un decennio si sono quadruplicate.
Come in passato, la maggior parte di studenti stranieri si concentra nelle regioni del Nord e del Centro, con un'ampia diffusione nelle province di media e piccola dimensione. La Lombardia si attesta come la regione con il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana. La provincia con il maggior numero di alunni stranieri è Milano (69.801), mentre la provincia con l'incidenza più elevata è Prato (18,8 per cento). Il gruppo più numeroso è quello degli studenti romeni, seguiti dai giovani di nazionalità albanese e marocchina. Il rapporto evidenzia, inoltre, che le scuole con almeno il 50 per cento di alunni stranieri sono, complessivamente, 415. Due terzi delle province italiane hanno almeno una scuola a maggioranza di alunni stranieri.
334.284 gli studenti con cittadinanza non italiana nati in Italia, che rappresentano il 44,2 per cento del totale degli alunni stranieri. I dati riportati nel focus sugli alunni stranieri nati nel nostro Paese offrono lo spunto per una riflessione sulla normativa relativa all'acquisizione della cittadinanza, elaborata nel capitolo 3 del rapporto.
Gli alunni rom, sinti e caminanti iscritti nell'anno scolastico 2011/2012 sono 11.899, il numero più basso degli ultimi cinque anni, in diminuzione del 3,9 per cento rispetto al 2010/2011. I dati che li riguardano, si legge nel rapporto, «dimostrano la scarsa efficacia delle politiche di inclusione e di scolarizzazione attuate in Italia negli ultimi anni». La scolarizzazione dei bambini e ragazzi appartenenti a queste comunità, si spiega, «presenta alcuni nodi specifici non affrontati o affrontati in modo insufficiente», esasperati dalle condizioni di povertà e analfabetismo in cui vivono e da altre problematiche.
Alcune recenti iniziative testimoniano la crescente attenzione delle istituzioni verso il tema dell'inclusione dei rom, sinti e caminanti. Si muove in questa direzione la Strategia nazionale di inclusione dei rom, dei sinti e dei caminanti, approvata lo scorso febbraio dal Consiglio dei ministri, con la quale il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione è stato investito della responsabilità di costituire - di concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dell'interno, della salute, dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della giustizia - «una cabina di regia delle politiche dei prossimi anni, coinvolgendo le rappresentanze degli Enti regionali e locali, compresi i Sindaci di grande aree urbane e le stesse rappresentanze delle comunità Rom, Sinti e Caminanti presenti in Italia». La cabina di regia «guiderà il processo di integrazione nel tempo, verificando periodicamente i risultati raggiunti, l'aderenza delle scelte fatte e dei progetti alle indicazioni dell'Unione Europea, integrando, di volta in volta, le politiche scelte in base alle esperienze e ai bisogni che si manifesteranno». La Strategia è stata approvata in attuazione della Comunicazione 173/2011 della Commissione europea.
Nella stessa prospettiva si pone il Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con la collaborazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che coinvolge 13 città riservatarie (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia). Il progetto si propone di promuovere il confronto e la diffusione di esperienze significative di lavoro e di saperi, valorizzando e arricchendo le esperienze locali, e di favorire: processi di integrazione e condizioni di pari opportunità scolastica per i bambini e adolescenti rom, sinti e caminanti; un atteggiamento non giudicante e di rispetto verso la differenza culturale. (bg)
(Crediti foto)
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