Carta di Milano, minori nei media

2012/12/04

Come sono rappresentati i bambini e le bambine nei media? Nelle pubblicità, nei programmi tv e nella comunicazione tout court i più piccoli sono spesso strumentalizzati e spettacolarizzati,  proprio per questo Terre des Hommes ha redatto insieme ad esperti del settore la Carta di Milano 'Per il rispetto delle bambine e dei bambini nella comunicazione'.

Da decenni Terres des Hommes - una delle più grandi organizzazioni al mondo per la difesa dei diritti dei bambini - s'impegna nella salvaguardia dell'Infanzia e dei suoi diritti fondamentali come
 il diritto alla vita, alla sanità e all'educazione.
Tra le tante iniziative portate avanti da TDH, si ricorda senz'altro il Child Guardian Award, premio per le pubblicità che tutelano l'immagine dei bambini, coniugando il rispetto dei diritti dell'infanzia con un linguaggio comunicativo efficace. In occasione della quinta edizione del premio, è stata presentata a Palazzo Marino la carta di Milano, firmata dal Comune stesso.

A dare vita alla carta di Milano sono stati rappresentanti delle istituzioni locali, cittadini, psicologi, genitori e professionisti della comunicazione, riuniti per migliorare la qualità dell'immagine dei bambini nei media. Partendo dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, dalla carta di Treviso e dal Keeping Children Safe, la Carta di Milano si rivolge a tutti coloro che operano nel mondo della comunicazione e a tutti i cittadini che vogliono rendere prioritario l'interesse per l'infanzia e per i suoi diritti. Sul sito cartadimilano.org è possibile sottoscrivere il documento, che ha già superato le mille firme, e commentarlo.

'La rappresentazione delle bambine e dei bambini dovrebbe sempre tenere conto di questa grande ricchezza coinvolgendoli in modo attivo e coerente con gli obiettivi di comunicazione ed evitando l’uso meramente ostensivo, sensazionalistico e artificioso della loro immagine.' E' con questa dichiarazione di intenti che si chiude il primo punto del decalogo, che prosegue stigmatizzando la stereotipizzazione delle diversità etniche, religiose e sociali.
Importanti poi i richiami ad evitare la rappresentazione di bambini e bambine in categorie fisse che rafforzano le discriminazioni di genere, quelli contro la precoce adultizzazione dell'infanzia e la promozione di un corretto stile di vita fisico e alimentare.

Tutto questo non solo per i bambini, ma con i bambini, che devono essere coinvolti 'in tutte le fasi del processo produttivo, dalla concezione alla distribuzione, attraverso la partecipazione attiva, l’ascolto dei loro desideri, valori, tempi e opinioni, delle loro aspettative'.

M a perchè tutto questo possa essere realizzato è necessario un circolo virtuoso che passi anche attraverso e in primo luogo dalle istituzioni come ha ribadito l'assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute del comune di Milano, Pierfrancesco Majorino al momento della firma “Le istituzioni in primo luogo devono ribaltare l'ordine delle priorità e ricercare una diversa etica sociale che rimetta prima di tutto al centro i bambini”.

(francesca conti)


Questi i 10 punti della Carta di Milano:

1 Le bambine e i bambini non sono oggetti, bensì soggetti attivi, con la loro dignità, i loro gusti, speranze, sensibilità, idee e valori di cui si arricchiscono e che con loro si rafforzano. Hanno diritti inalienabili e doveri. La rappresentazione delle bambine e dei bambini dovrebbe sempre tenere conto di questa grande ricchezza coinvolgendoli in modo attivo e coerente con gli obiettivi di comunicazione ed evitando l’uso meramente ostensivo, sensazionalistico e artificioso della loro immagine.

2 I bambini e le bambine sono tali indipendentemente dal colore della loro pelle, dalla provenienza etnica, dalla loro fede religiosa e dalla loro condizione sociale. La comunicazione deve saper raccontare tutte le diversità etniche, religiose, sociali e geografiche evitando stereotipi e messaggi discriminatori.

3 La comunicazione deve tenere conto delle differenti età dei bambini e delle bambine coinvolti rispettandone la naturale evoluzione. Non bisogna rappresentarli in comportamenti, atteggiamenti e pose inadeguati alla loro età e comunque non corrispondenti al loro sviluppo psichico, fisico ed emotivo. Ogni precoce erotizzazione dei bambini e delle bambine va bandita dalla comunicazione.

4 La comunicazione dovrebbe rappresentare le bambine e i bambini in maniera veritiera, rifuggendo da ogni idealizzazione, buonismo o pietismo e bandendo, nel contempo, ogni promozione o incitamento di comportamenti devianti o violenti. La comunicazione dovrebbe rispettare la fantasia, la creatività e la curiosità dei bambini e delle bambine, così come quel delicato mondo di relazioni e interazioni in cui vivono ogni giorno.

5 I bambini e le bambine non devono essere rappresentati attraverso la raffigurazione adultizzata di stati d’animo negativi quali noia, depressione, rabbia, paura, o insoddisfazione che mirano solo a una loro strumentalizzazione a fini commerciali. Quando questi sentimenti negativi vengono rappresentati, lo devono essere secondo una modalità coerente, autenticamente corrispondente al significato che essi hanno per i bambini.

6 I bambini sono bambini. Sono femmine e sono maschi, con lo stesso diritto a essere rispettati come persone a tutto tondo. La comunicazione non deve rappresentare il genere in categorie fisse, esaltando attributi di virilità e forza, da un lato, di dolcezza e remissività dall’altro. La comunicazione non deve presentare continuamente i bambini e le bambine in attività convenzionalmente destinate a uomini o a donne, rafforzando le discriminazioni di genere.

7 Le bambine e i bambini hanno bisogno di punti di riferimento forti che trovano soprattutto nei loro familiari e nelle figure affettive a loro più vicine ovvero in chiunque si prenda cura del loro benessere psico-fisico. La comunicazione non dovrebbe sminuire nessuna di queste figure, togliendo ai bambini, specie i più piccoli, la fiducia nelle persone che sono fondamentali per il loro sviluppo psicologico, fisico e per la loro educazione.

8 La fragilità dei bambini e delle bambine e il loro bisogno di protezione non devono essere strumentalizzati per indurre negli adulti senso di colpa, inadeguatezza o allarmismo.

9 La rappresentazione di bambini e bambine affetti da patologie non deve ricorrere a immagini, descrizioni o discorsi che possano ledere la loro dignità.

10 Il benessere delle bambine e dei bambini è prezioso e la loro alimentazione è fondamentale perché possano crescere in modo sano ed equilibrato. La comunicazione dovrebbe promuovere un corretto stile di vita fisico e alimentare, cercando di rafforzare comportamenti che salvaguardino il benessere presente e futuro dei bambini.