Primo Rapporto sulla condizione e il benessere dei minori in Calabria

2012/07/30 Type of resource: Topics: Titles:

Quanti sono i minori calabresi? Qual è la situazione dei bambini e degli adolescenti che vivono fuori dalla famiglia di origine nella regione? Sono alcune domande a cui cerca di dare una risposta il primo Rapporto sulla condizione e il benessere dei bambini e degli adolescenti in Calabria, realizzato dall'Istituto degli Innocenti di Firenze nell'ambito della collaborazione avviata tra l'ente fiorentino, la Regione Calabria e il Garante per l'infanzia Marilina Intrieri. I risultati dell'indagine - prima tappa di un percorso che porterà alla costituzione dell'Osservatorio regionale sull'infanzia e l'adolescenza - sono stati presentati il 20 luglio scorso, a Catanzaro, mentre il documento finale sarà reso pubblico dopo l'estate.

Il rapporto, si precisa nella sintesi presentata dieci giorni fa, non vuole essere «uno studio episodico», ma «una base comune sulla quale innestare le scelte e il confronto fra istituzioni e fra queste e la società civile nel “comune interesse superiore del minore”». L'indagine, in altri termini, si propone come uno strumento di lavoro, una ricognizione di dati da cui partire per l'analisi delle problematiche che riguardano i minori calabresi e la programmazione delle politiche regionali e locali per l'infanzia e l'adolescenza. Uno dei suoi obiettivi è infatti quello di «supportare le scelte programmatorie e gestionali dei livelli regionali e locali relativamente alle politiche e gli interventi messi in campo e al contempo fornire un adeguato monitoraggio a sostegno della verifica dell'appropriatezza delle azioni agite verso bambini e adolescenti».

Il rapporto analizza, oltre ad alcuni aspetti demografici e alla situazione dei minori che vivono fuori dalla famiglia di origine: la struttura familiare, la presenza di bambini stranieri, le adozioni, i percorsi educativi e scolastici e, infine, le situazioni, i comportamenti e i luoghi della quotidianità.

Anche la Calabria, al pari delle altre regioni meridionali e, in generale, di tutto il Paese, è interessata dal fenomeno della denatalità. Questi alcuni dati che emergono dal paragrafo dedicato agli aspetti demografici: l'allungamento della vita media; il rinvio nel tempo del primo matrimonio, che allontana la data della nascita del primo figlio, in un contesto, quello italiano, nel quale la maggioranza dei bambini nasce in costanza di matrimonio; l'età sempre più avanzata della madre alla nascita del primo figlio (31,1 anni), che rende più remota una seconda maternità; l'instabilità coniugale.

La struttura della famiglia calabrese non si discosta molto da quella italiana in generale: il numero medio dei componenti familiari è 2,6 contro un valore nazionale di 2,5. Le famiglie con figli superano di qualche punto percentuale il dato nazionale e tendono, più che altrove, ad averne più d'uno (il 45,2 per cento ha 2 figli, contro il 42,7 per cento nazionale). La Calabria registra, inoltre, il tasso più basso di entrambi i genitori occupati (20,3 per cento contro il 41,5 per cento di media nazionale).

La percentuale di minori fuori famiglia nella regione (calcolata sulla totalità della popolazione minorenne) è di poco inferiore a quella nazionale: il 2,8 per cento contro il 3 per cento a livello nazionale. La Calabria, si legge nella sintesi, «sembra aver fatto passi avanti sulla collocazione dei minori in contesti alternativi alla famiglia d'origine: se alla fine degli anni novanta i minori in affidamento familiare erano il 7 per cento sul totale dei minori allontanati dalla famiglia, i dati più aggiornati ci dicono che ogni 2 minori in comunità 1 è accolto in affido familiare».

I dati sugli asili nido mettono in evidenza, fra le altre cose, forti differenze territoriali: la più alta concentrazione percentuale di nidi d'infanzia è nelle province di Reggio Calabria e Cosenza, mentre le altre città capoluogo di provincia sono sotto la media regionale. Dalla lettura del paragrafo dedicato ai percorsi educativi e scolastici emerge, inoltre, che il tasso di scolarità dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni è del 95,6 per cento, ma solo il 77,9 per cento dei giovani al di sotto dei 19 anni consegue il diploma. Alla fine del primo anno scolastico si concentra il 12,8 per cento di abbandoni. Nel documento si specifica, tuttavia, che sia il dato sull'abbandono scolastico sia quello sui minori fuori famiglia richiedono un maggiore approfondimento.

Riguardo all'uso e alla diffusione dei media e più in generale della tecnologia i dati rivelano che il 78,1 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni possiede un cellulare e lo usa abitualmente (percentuale poco al di sotto della media nazionale), «mentre sembra che la disponibilità del cellulare sia più precoce in Calabria che nel resto d'Italia». (bg)

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