Scuole sempre più multietniche

2011/12/21

Cresce, nel nostro Paese, il numero di alunni con cittadinanza non italiana. Ad accogliere la maggior parte di studenti stranieri è sempre la scuola primaria, anche se l'aumento più significativo nell'ultimo decennio ha riguardato le scuole secondarie superiori. Sono alcuni dati che emergono dal recente rapporto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca Alunni con cittadinanza non italiana. Verso l'adolescenza.

Il rapporto, elaborato in collaborazione con la Fondazione Ismu, «fotografa la realtà di questi allievi» e «si pone, ancora oggi, alla base della progettazione di politiche educative adeguate alle trasformazioni della scuola italiana». I cinque capitoli del volume descrivono i tratti distintivi delle presenze (come le principali cittadinanze e la distribuzione nei diversi ordini e gradi), le dinamiche e le differenze territoriali a livello regionale e provinciale, le caratteristiche degli studenti delle superiori e la questione della scelta scolastica e i problemi legati agli esiti negativi e al ritardo rispetto al regolare percorso di studi. Il rapporto, che per la prima volta dedica un'attenzione specifica agli studenti delle superiori, si conclude con un breve excursus sulla realtà delle scuole di alcuni paesi europei.

I dati, relativi all'anno scolastico 2010-2011, rivelano che gli alunni con cittadinanza non italiana sono 711.064: un gruppo in continua crescita, anche se negli ultimi anni l'aumento tende a rallentare. La scuola primaria risulta, come sempre, l'ordine con il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana e l'incidenza percentuale superiore agli altri livelli scolastici. I bambini stranieri iscritti alle primarie, infatti, rappresentano il 9 per cento sul totale della popolazione scolastica. Da quali paesi provengono gli alunni con cittadinanza non italiana? Il gruppo più numeroso è quello degli studenti romeni, seguiti dai giovani di nazionalità albanese e marocchina. Aumentano gli alunni provenienti da Moldavia e India, che si attestano rispettivamente al quinto e al sesto posto tra le principali cittadinanze.

La maggior parte di studenti stranieri si concentra nelle regioni del Nord e del Centro, con un'ampia diffusione nelle province di media e piccola dimensione. La Lombardia è la regione con il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana (173.051 allievi); seguono il Veneto (84.914), l'Emilia Romagna (82.634), il Piemonte (68.070) e il Lazio (67.476). Le province con il maggior numero di alunni stranieri sono, nell'ordine, Milano (64.934), Roma (52.599), Torino (33.920), Brescia (30.605) e Bergamo (20.961). A livello di incidenza percentuale, invece, ai primi posti si trovano soprattutto province di media e piccola dimensione: nell'ordine, Piacenza (18,1 per cento), Prato (18 per cento), Mantova (17,8 per cento), Asti (16,1 per cento) e Reggio Emilia (16 per cento).

Il rapporto prosegue con l'analisi della realtà degli studenti con cittadinanza non italiana nelle scuole superiori. I ragazzi stranieri nelle secondarie di secondo grado sono 153.513: la maggior parte (40,4 per cento) frequenta gli istituti professionali; solo il 18,7 per cento, invece, sceglie i licei, a differenza degli italiani, che, al contrario, li prediligono. Dai dati emerge, inoltre, che il ritardo fra gli alunni con cittadinanza non italiana è sempre più elevato rispetto ai loro compagni italiani. Gli alunni stranieri in ritardo sono il 18,2 per cento nella scuola primaria, il 47,9 per cento nella scuola secondaria di primo grado e il 70,6 per cento nelle superiori. Il rapporto rileva, tuttavia, «che la situazione di regolarità sta migliorando, fenomeno probabilmente connesso anche con il maggior numero di bambini nati qui e che in Italia cominciano il loro itinerario scolastico, compreso l'inserimento nella scuola dell'infanzia».

In tema di riuscita scolastica, infine, si registra «la persistenza di un divario significativo nei tassi di promozione tra alunni italiani e stranieri, più basso e in calo negli anni a livello di scuola primaria e, invece, pesante e in crescita a livello di scuola secondaria di secondo grado». (bg)