Potenziare i servizi per l'infanzia e sostenere modalità di lavoro family friendly: sono alcune finalità dell'intesa per la conciliazione famiglia-lavoro, che Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia, Toscana e Umbria - le prime Regioni ad aver firmato di recente le convenzioni per l'attuazione del documento – si sono impegnate a realizzare. L'intesa - sancita tra Governo, Regioni, Province autonome ed Enti locali il 29 aprile scorso - stabilisce i criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità attuative e il monitoraggio del sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro al quale è destinata – con il decreto del Ministro per le pari opportunità del 12 maggio 2009 – parte delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Le risorse, che ammontano a 40 milioni di euro, sono state ripartite alle Regioni sulla base di quattro criteri: popolazione residente tra 0 e 3 anni, tasso di occupazione femminile per la classe di età tra 15 e 49 anni, tasso di disoccupazione femminile per la classe di età tra 15 e 49 anni; percentuale di madri che hanno usufruito di congedi parentali. Secondo quanto stabilito dall'intesa - documento che si inserisce nel più ampio quadro di interventi Italia 2020. Programma di azioni per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro, sottoscritto dal Ministro per le pari opportunità e dal Ministro del lavoro a dicembre 2009 - ogni Regione ha poi redatto e trasmesso al Dipartimento per le pari opportunità un programma attuativo nel quale ha individuato gli interventi da realizzare con le risorse assegnate. Alcune Regioni hanno trasmesso il programma entro il termine indicato (il 29 settembre scorso), altre, invece, hanno provveduto in ritardo. Ma quali sono gli obiettivi che le Regioni si sono proposte di raggiungere firmando le convenzioni con il Dipartimento per le pari opportunità? L'intesa indica specifiche finalità, volte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e a consentire alle donne la permanenza o il rientro nel mercato del lavoro: creare o potenziare servizi per l'infanzia, anche tramite la diffusione e la valorizzazione di figure come quella della tagesmutter, operatrice educativa appositamente formata che fornisce educazione e cura a uno o più bambini di altri presso il proprio domicilio o altro ambiente adeguato a offrire cure familiari; incentivare l'acquisto di voucher per servizi di cura all'infanzia o di cura e assistenza per disabili e anziani; facilitare il rientro al lavoro dopo un periodo di congedo per esigenze di conciliazione, ad esempio tramite corsi di formazione e aggiornamento; sostenere modalità di lavoro e tipologie contrattuali family friendly, come il telelavoro e il part-time; sostenere eventuali altre tipologie di intervento in linea con le finalità dell'intesa. Una notizia del 17 dicembre scorso pubblicata sul sito del Dipartimento per le pari opportunità precisa che le altre Regioni firmeranno le convenzioni per l'attuazione dell'intesa entro la fine dell'anno. (bg)