Vanno ripensate le politiche per l'infanzia in Italia, includendo anche iniziative per l'ambiente e i corretti stili di vita: è la principale raccomandazione emersa dal congresso nazionale della Società italiana di pediatria, tenutosi a Roma lo scorso fine settimana. Negli ultimi vent’anni tanti i cambiamenti sociali e medici.
A provocare maggiore preoccupazione per esempio, ha spiegato Alberto Ugazio, presidente Sip, non sono più le malattie infettive ma è l’aumento di tumori e leucemie che, con «variabilità di incidenza tra Europa dell’est e dell’ovest» colpisce tutto il vecchio continente. La percentuale di tumori infantili in Italia è pari al 2%: «si è passati da 147 casi per milione di bambini del periodo 1988-1992 a 176 tra il 1988 e il 2002», quote molto superiori a quelle europee degli anni ’90 (140 per milione) e statunitensi (158).
L’incremento più consistente ha riguardato i bambini sotto l’anno di età (+ 3,2%) e alcune forme tumorali (linfomi: + 4,6%; tumori del sistema nervoso centrale: + 2,0%): è quindi probabile che alla genesi dei tumori contribuisca un’esposizione materna o gametica a sostanze tossiche. Per il 90% dei tumori «la causa è ignota e si ipotizza che siano dovuti all’interazione tra fattori esterni come ambiente e abitudini di vita e il patrimonio genetico individuale».
«Le malattie croniche complesse interessano circa 3 milioni di bambini e rappresentano la nuova frontiera della pediatria - ricorda il presidente Sip -. Molte malattie un tempo fatali, quali cardiopatie congenite, diabete, leucemie, oggi possono essere curate».
Preoccupante anche la situazione delle malattie neuro-psichiche: «Che la diffusione in ambiente di molecole mimetiche, metalli pesanti e altri inquinanti in grado di interferire pesantemente sullo sviluppo neuro-endocrino dell’embrione, del feto e del bambino rischi di produrre danni gravissimi è un dato che emerge da centinaia di studi scientifici», dice Ugazio. Crescono anche le malattie correlate agli stili di vita, l’obesità tra tutte:
uno studio dell’Istituto superiore di sanità, spiega il presidente della Sip, «ha messo in evidenza che 1,1 milione di bambini tra i 6 e gli 11 anni sono sovrappeso o obesi». Le cause stanno nella scarsa attività fisica, nell’abuso di tv e videogiochi e nella disattenzione dei genitori.
«Il nostro Paese, in tutte le sue componenti, la politica, i pediatri, le scuole, le famiglie, deve diventare più consapevole dei rischi dell’ambiente per la salute dei bambini», insiste Ugazio. »A breve faremo partire corsi di aggiornamento su tutto il territorio nazionale rivolti ai pediatri per l’approfondimento delle patologie pediatriche legate all’ambiente, ma riteniamo importante agire sull’educazione sin dalla più tenera età: chiederemo al Ministro Gelmini di introdurre sin dalle elementari, un’ora di educazione ambientale”.
Altri cambiamenti sociali sono intervenuti sulla condizione dell’infanzia: in particolare Francesco Tonucci, responsabile del progetto internazionale
Città dei bambini del CNR, ha sottolineato come sia «scomparso il tempo libero, la differenza fondamentale più importante tra l’essere bambino ai miei tempi ed oggi». «Mentre i nostri genitori non c’erano, noi potevamo approfittare per crescere, imparare, prepararci a vivere». Le città italiane fanno molto per i bambini, «dedicano all’infanzia notevoli risorse economiche e umane, ma non rispondono alle esigenze delle bambine e dei bambini». Invece, invita Tonucci, le città dovrebbero «cambiare filosofia di governo e assumere i bambini come parametro: non più tanti luoghi separati dove lasciare i bambini, ma restituire loro l’uso della città come spazio pubblico». (mf)