Cardiofitness

2010/07/13 Type of resource Film cards Topics Emotions and feelings Sexuality Titles Rassegne filmografiche

di Fabio Tagliavia

(Italia, 2006)

Sinossi

Stefania ha 27 anni, si è appena laureata ed è in cerca di lavoro, vive con la madre e la aiuta nel ristorante mentre sogna di diventare scrittrice. Insieme alle amiche Cecilia ed Ilaria frequenta una palestra in cerca dell’uomo della sua vita. Nella stessa palestra, per fare riabilitazione dopo un infortunio procurato durante una partita di baseball, si iscrive Stefano, un ragazzo di 15 anni timido e schivo. Stefano e Stefania si vedono, si frequentano e si innamorano a dispetto della notevole differenza di età. Presi nel vortice del sentimento i due si rifiutano di accettare i consigli e le critiche di parenti e amici che vorrebbero per entrambi una situazione più normale. In semi-clandestinità la storia d’amore si evolve in maniera un po’ surreale, con Stefania che segue amorevolmente Stefano nei suoi raid notturni di writer, nelle sue partite di baseball, nella sua routine scolastica. Stefano però vive con sempre maggiore difficoltà il peso del giudizio sociale, e combattuto tra ragione e sentimento vorrebbe innamorarsi di una coetanea tanto che arriva al punto di interrompere la relazione con Stefania. La “pausa di riflessione” getta i due protagonisti in una profonda apatia. A questo punto gli stessi amici e parenti che avevano osteggiato in tutti i modi la relazione, in particolare il padre di Stefano, auspicano una soluzione positiva con il proseguimento della storia d’amore. Come nel romanzo autobiografico che Stefania scrive con passione e con sempre maggiore consapevolezza, il sentimento vince su tutto e lascia il finale sospeso con i protagonisti carichi di fiducia nel futuro.

Introduzione al Film

Il paradosso dei luoghi comuni

Cardiofitness rappresenta l’esordio registico di Fabio Tagliavia ed è tratto dal romanzo di Alessandra Montrucchio. Sfrondati i toni problematici e malinconici presenti nell’opera letteraria, rimane una commedia di impronta fortemente “giovanilistica” e generazionale. Accompagnata dalla presenza scontata e didascalica della voce narrante della protagonista, ovvio riferimento alla fonte romanzesca, la storia si sviluppa sui territori familiari a un pubblico di età compresa tra i 14 e i 30 anni: casa, scuola, palestra, cortile, sala giochi, campo sportivo. Sono luoghi comunemente noti e riconoscibili nei quali trovano il loro habitat i luoghi comuni sui giovani d’oggi (intesi nell’ampia accezione che va dalla scuola dell’obbligo al post-laurea): gli adolescenti delle superiori dediti all’autoerotismo attratti e spaventati dal mistero della “prima volta”, la palestra come luogo di aggregazione di corpi in cui guardare e farsi guardare, con l’immancabile trainer tutto sesso e poco cervello, il complicato rapporto con i genitori, così spesso esempi di imperfezione e contraddizione, la trasgressione, innocua si intende, delle regole e delle convenzioni. Il tutto annegato in un mare di musica elettronica a volte soffusa e a volte martellante. Piuttosto velleitario, quando non stridente, in questo contesto è l’inserimento di elementi di originalità che tentano una fuga dal quotidiano ed una caratterizzazione più peculiare dei personaggi. La scelta delle location e degli elementi scenografici denota una certa attenzione al dettaglio: i protagonisti sono spesso inseriti in interni tutt’altro che ordinari e circondati da arredamenti di design o da vere e proprie opere d’arte, la protagonista femminile guida una macchina presa direttamente da un museo di auto d’epoca, mentre il protagonista maschile invece di giocare a calcio come il 98% dei ragazzi fa parte di una squadra di baseball. Si tratta di piccoli paradossi visivi che si riflettono anche nei paradossi tematici affrontati dalla sceneggiatura, da quello fondamentale della ragazza matura che si innamora di un adolescente al più marginale ruolo del padre del protagonista che “si fa le canne” di nascosto dal figlio. Una ricerca di originalità che si riflette in grandissima parte anche nella sceneggiatura. La collaborazione in fase di scrittura di Marco Ponti in questo senso è piuttosto evidente. Il regista di Santa Maradona (2001) e A+R Andata e ritorno (2004), commedie giovanili assurte a simbolo di una generazione, aggiunge alla storia principale un ampio corollario di battute brucianti e argute, giocate sempre sul filo di una spontanea volgarità che si esprimono al meglio nei fitti dialoghi delle tre amiche e negli “a solo” del cugino Guido. È proprio in queste situazioni apparentemente di contorno, recitate in maniera molto efficace dalle tre interpreti Nicoletta Romanoff, Giulia Bevilacqua e Sara Felberbaum, che sta gran parte del valore del film.

Il ruolo del minore e la sua rappresentazione

L’importante è tornare a casa

Stefano e Guido, i due minori protagonisti del film, sono due cugini di 15 anni che frequentano un istituto professionale. Mentre Stefano ha successo con le ragazze ma sembra abbastanza disinteressato in attesa di innamorarsi per davvero, Guido, meno esigente ma anche meno richiesto, si limita a sognare esperienze sessuali straordinarie nei bagni della scuola. I due sono accomunati dalla passione per il baseball e giocano nella stessa squadra. Quando, a seguito di un infortunio sul campo, Stefano è costretto ad iscriversi in palestra per la riabilitazione e incontra Stefania, la ragazza di 27 anni di cui si innamora, Guido cerca di vivere di riflesso l’esperienza eccezionale del cugino. Ovviamente Guido coglie solo gli aspetti positivi della relazione e invidia Stefano per la fortuna che gli è capitata. Stefania rappresenta tutto ciò che un adolescente sogna in una ragazza: un bel corpo, un modo di fare sensuale, una certa intraprendenza e una sicura esperienza in fatto di sessualità. Guido, abituato all’uso della fantasia, idealizza le opportunità offerte da una relazione di quel tipo e non immagina i problemi ad essa legati. Stefano, invece, per alcuni aspetti è più maturo della sua età e vive il rapporto con Stefania tra mille incertezze e conflitti. Incapace di mettere d’accordo la razionalità con il sentimento, inizialmente quasi si vergogna della relazione laddove i suoi coetanei non avrebbero esitato a vantarsi spudoratamente. L’istinto è quello di rifugiarsi nella sua passione per lo sport e per i graffiti, che disegna di nascosto sui muri e sui vagoni dei treni, rivendicando un’identità che fatica ad affermare in altro modo. Timido e schivo non trova nella figura del padre né un modello da seguire (anche se poi si scoprirà che ha dovuto crescere Stefano da solo dopo essere stato abbandonato giovanissimo dalla madre del ragazzo) né un valido alleato in un momento di smarrimento. Il suo unico punto di riferimento educativo è rappresentato dal “Generale”, il coach della squadra di baseball, cubano anziano e nostalgico che parla come un libro di aforismi e carica i suoi giocatori, per una partita come per affrontare la vita, citando i discorsi di Fidel Castro ai tempi della rivoluzione. Come in una partita di baseball, sport dalle regole complesse e insondabili, Stefano sente la necessità di tornare a casa, la “casa base” che consente alla squadra di fare punto e al giocatore di riabbracciare i compagni. Stefano nella relazione con Stefania patisce dunque l’allontanamento dai territori problematici ma familiari della propria quotidianità. Una quotidianità fatta di scuola e di compiti a casa, di sessualità affrontata con goffaggine e timore, di una progettualità del futuro che non vada oltre la fine del quadrimestre. A questi elementi di incompatibilità, che mettono fortemente in crisi il rapporto sentimentale, si aggiungono le voci fuori campo di parenti e amici, divise tra ironia, sarcasmo e buon senso, ma accomunate da un orientamento decisamente contrario alla relazione. L’unica soluzione provvisoria dunque non può che essere un finale sospeso, un “si vedrà” che alleggerisce Stefano di un peso troppo grosso per le sue giovani spalle e gli consente di ritornare, almeno superficialmente, alla “casa-base”.

Riferimenti ad altre pellicole e spunti didattici

Per il linguaggio utilizzato ed i temi affrontati, Cardiofitness è adatto agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori e propone un ritratto generazionale piuttosto efficace e divertente. Il film si presta a un approfondimento sui temi dell’affettività e della scoperta della sessualità e può essere anche uno spunto per analizzare i cambiamenti della personalità e delle aspettative nel passaggio dall’adolescenza alla giovinezza. Per un maggiore approfondimento di questi temi si consiglia anche la visione di Come te nessuno mai(Muccino, 1999) che racconta la perdita della verginità di un adolescente e il suo rapporto di amicizia con un coetaneo, Tadpole (Winick, 2002) che affronta il tema del rapporto tra un adolescente e una donna matura, Roger Dodger (Kidd, 2002) che racconta l’educazione sentimentale di un ragazzo da parte dello zio, Tre metri sopra il cielo (Lucini, 2004) affresco generazionale e storia di un amore contrastato. Ludovico Bonora

E' possibile ricercare i film attraverso il Catalogo, digitando il titolo del film nel campo di ricerca. Le schede catalografiche, oltre alla presentazione critica collegata con link multimediale, contengono il cast&credits e una sinossi. Tutti i film in catalogo possono essere richiesti in prestito alla Biblioteca Innocenti Library - Alfredo Carlo Moro (nel rispetto della normativa vigente).