Carrie-Lo sguardo di satana

2010/05/12 Type of resource Film cards Topics Adolescence Mental disorders Titles Rassegne filmografiche

di Brian De Palma

(USA, 1976)

Sinossi

Carrie è un’adolescente timida e sgraziata che rimane traumatizzata dalla comparsa delle sue prime mestruazioni, dato che sua madre, ossessionata dal peccato da quando venne abbandonata incinta dal marito, l’ha educata seguendo rigidi precetti puritani. Derisa e umiliata dalle sue compagne di scuola, Carrie scopre, in un momento di ira, di essere in possesso di poteri telecinetici. Sue è l’unica tra le ragazze a pentirsi della pesante umiliazione inflitta all’amica e decide di aiutarla convincendo Tommy, il suo fidanzato, ad accompagnare Carrie al ballo di fine corso. Chris, invece, punita da un’insegnante per il suo atteggiamento nei confronti di Carrie, decide di vendicarsi. La sera del ballo, così, quando Carrie e Tommy salgono sul palco per essere premiati come la più bella coppia della serata, vengono inondati di sangue da Chris e dal suo fidanzato. Stravolta, Carrie dà libero sfogo ai suoi poteri paranormali causando un incendio che fa strage dei presenti. Tornata a casa viene aggredita dalla madre che le aveva proibito di partecipare al ballo: ancora grazie ai suoi poteri Carrie uccide la donna, ma poi, pentita, scatena un rogo che distrugge la casa rimanendo lei stessa vittima del crollo.

Introduzione al Film

Sospeso a metà tra favola e incubo, Carrie lo sguardo di Satana è un horror psicologico che analizza una serie di atteggiamenti tipici della società americana attraverso un personaggio di adolescente sul quale vengono catalizzate una serie di caratteristiche opposte e speculari. Carrie è il prodotto, ovviamente contraddittorio, di alcune tra le istanze più estreme dell’immaginario collettivo americano: figlia di una predicatrice puritana che ha orrore di qualunque cosa abbia a che fare con il sesso, vive tuttavia in un ambiente che vede il corpo come una sorta di simbolo del successo e del benessere. La seconda sequenza del film è emblematica: la squadra di pallavolo della classe di Carrie ha appena perso una partita, proprio a causa dell’incapacità e della goffaggine della protagonista; la macchina da presa, con una lunga carrellata laterale, entra negli spogliatoi invasi dal vapore sprigionato dalle docce e indugia sui corpi seminudi delle ragazze che chiacchierano e scherzano tra loro; in un angolo Carrie, isolata dal gruppo, scopre tra le sue gambe un rivolo di sangue e, terrorizzata, si rivolge alle compagne chiedendo disperatamente aiuto. A una serie di immagini gioiosamente spregiudicate del corpo e della sessualità viene contrapposto l’orrore per un evento del tutto naturale: la comparsa delle prime mestruazioni è scambiata dalla protagonista per il sintomo di un male misterioso e il segno inequivocabile dello sviluppo armonioso del proprio corpo diventa l’indizio di una condizione infelice. Il gruppo si accanisce su Carrie, umiliandola e spaventandola più di quanto già non sia: da questo momento in poi lo sviluppo drammatico del film si articolerà come il tentativo di un’integrazione della protagonista nel gruppo. Un tentativo ostacolato, tuttavia, non solo da circostanze contingenti – l’aspetto poco attraente della ragazza, la malvagità di alcune delle sue compagne, l’atteggiamento repressivo della madre – ma anche dai poteri telecinetici che Carrie scopre di possedere proprio mentre è negli spogliatoi, mentre viene terrorizzata e derisa dalle sue compagne di classe. La concomitanza dei due eventi – scoperta traumatica della propria maturità sessuale e dei poteri paranormali – è chiaramente l’indizio di una condizione contraddittoria che sfocerà nel mostruoso: Carrie diviene al tempo stesso, vittima e carnefice, caso pietoso ed essere maledetto, individuo sessualmente maturo (dunque capace di dare la vita) e implacabile strumento di morte. Il piano organizzato da Sue e Tommy per far sì che la protagonista si integri nel microcosmo sociale della scuola è inevitabilmente destinato allo scacco: essendo il risultato di un’educazione basata sul divieto, sulla colpa e sul disgusto per il contatto fisico tra i corpi, Carrie non potrà mai far parte di un mondo che mette al centro del suo universo simbolico proprio l’aspetto fisico e l’attrazione sessuale. Gli stessi poteri di telecinesi di cui è in possesso – capacità di spostare esseri animati e inanimati senza toccarli – sono il prodotto evidente di questa lotta contro una visione della vita tanto materiale. Se in un primo momento tali capacità soprannaturali sembrano aiutarla a raggiungere lo scopo di un’esistenza normale – riesce infatti a immobilizzare sua madre che vuole impedirle di recarsi al ballo – quando si vedrà schernita dalla platea che fino a poco prima la festeggiava, Carrie darà libero sfogo alla sua ira provocando una catastrofe. La seconda parte del film – tutta incentrata sul ballo di fine anno – sembra ricalcare, come da più parti è stato suggerito, lo schema di Cenerentola, una fiaba che narra proprio dell’integrazione di un’emarginata nella società: la soffitta dove dorme Carrie, il Principe Azzurro/Tommy biondo e piacente, la trasformazione del brutto anatroccolo in cigno, una seconda trasformazione a mezzanotte in punto (che però ha come risultato una carneficina) sono indizi dell’affinità se non addirittura della coincidenza puntuale tra le due storie. Il regista Brian De Palma dirige questo film, tratto dal romanzo omonimo di Stephen King, con il consueto gusto visionario che, pur sfociando a tratti nel grandguignol – si noti, ad esempio la scena della morte della madre che si rifà alla tradizione iconografica cristiana del martirio di San Sebastiano – è funzionale alla costruzione di un meccanismo narrativo come sempre perfetto. Fabrizio Colamartino

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