Città riservatarie e partecipazione

2010/04/13

Le pratiche o le esperienze di partecipazione di bambine, bambini e adolescenti nei progetti del 2008 delle Città riservatarie è il tema dell'incontro tecnico che si è tenuto ieri, all'Istituto degli Innocenti di Firenze, il quarto del Tavolo di coordinamento tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le Città riservatarie.

L'iniziativa promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal Centro nazionale - ultima di un percorso avviato a giugno 2009 – si è svolta in una forma inedita rispetto ai precedenti incontri: oltre alla giornata seminariale, infatti, ha previsto l'organizzazione di un laboratorio, a cui ha preso parte, sabato 10 e domenica 11, un gruppo di ragazze e ragazzi che in cinque città hanno partecipato a progetti finanziati dalla legge 285/1997. Obiettivo del laboratorio, l'individuazione di elementi comuni e differenze dell'esperienza vissuta dai giovani partecipanti e la raccolta di stimoli che sono stati poi proposti nell'incontro di ieri.

Questo incontro, quindi, ha rappresentato un'occasione di scambio e confronto fra esperienze di partecipazione, che non ha coinvolto soltanto rappresentanti delle Città riservatarie, esperti del settore e operatori di alcuni progetti individuati come pratiche esemplificative, ma anche un gruppo di ragazze e ragazzi, diretti “beneficiari” dei progetti finanziati dalla legge 285/1997.

L'incontro, aperto dai saluti di Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti e da un'introduzione di Adriana Ciampa, dirigente dell'Ufficio minori del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è proseguito con un intervento di Riccardo Poli, esperto dell'Istituto degli Innocenti, che ha illustrato svolgimento e obiettivi del seminario. Poli si è soffermato, fra l'altro, sul significato della partecipazione, sui vari modi di intendere le buone prassi, sui criteri specifici di individuazione dei progetti e sugli ambiti nei quali sono state individuate le esperienze segnalate dalle Città riservatarie nell'anno 2008.

Dopo l'intervento di Poli, il gruppo di ragazze e ragazzi che ha preso parte al laboratorio ha presentato i risultati dell'attività svolta nel fine settimana, proponendo idee, riflessioni e commenti che hanno dato avvio a un confronto tra tutti i partecipanti. Questa fase del seminario ha visto anche il coinvolgimento di alcuni giovani che partecipano al Progetto web ragazzi, un progetto pilota promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dal Dipartimento per le politiche della famiglia e dal Centro nazionale con l'obiettivo di avviare – si legge nella presentazione - «un'esperienza stabile di interazione online con i beneficiari finali delle politiche per l'infanzia e l'adolescenza in una prospettiva di valorizzazione e promozione della loro cittadinanza attiva».

I ragazzi - che grazie al progetto hanno costituito, in alcune città italiane, delle redazioni locali di adolescenti tra i 12 e i 18 anni per raccontare la realtà quotidiana in cui vivono e l'essere adolescenti oggi - hanno partecipato, nello stesso fine settimana del 10 e 11 aprile, a laboratori formativi e attività ludiche, realizzando anche un video che è stato proiettato nel corso del seminario. Le varie attività hanno previsto momenti di scambio e confronto fra i giovani dei due gruppi.

La mattina si è conclusa con un intervento di Valerio Belotti, coordinatore scientifico del Centro nazionale, che ha illustrato i risultati della ricerca sui diritti alla partecipazione nei contesti di vita, nelle opinioni e rappresentazioni dei bambini e ragazzi Di chi è questo spazio? Un po' anche mio! Obiettivo principale della ricerca, promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e realizzata dal Centro nazionale, la comprensione delle opinioni e delle rappresentazioni che bambini e ragazzi hanno dei loro diritti e in particolare del diritto alla partecipazione.

L'illustrazione dei risultati dell'indagine è stata preceduta da alcune riflessioni sul tema Perché promuovere la partecipazione di ragazze e ragazzi? A questo proposito, Belotti si è soffermato sul rapporto fra adulti e ragazzi, sottolineando che esiste, ancora oggi, un dominio diffuso dei primi sulla vita dei più giovani. «Gli adulti – ha spiegato - sono disponibili ad ascoltare i ragazzi, ma poi hanno difficoltà a cedere il loro potere quando si tratta di decidere. Bambini e adolescenti sono sì cittadini, ma con poca voce. Occorre partire da questa consapevolezza per capire come mettere insieme le diverse esperienze di partecipazione, facendole uscire dai centri di aggregazione, dalle piazze e dagli altri “luoghi ristretti”. Non basta ascoltare i ragazzi, ma bisogna far vedere che contano». L'incontro si è concluso, nel pomeriggio, con un confronto fra le varie esperienze di partecipazione. (bg)

 

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