"Dalla stampa un attacco ai magistrati minorili"

2009/11/25

«Il bambino è divenuto una mera risorsa per i mass media»: questo pensiero del 1996 di Carlo Alfredo Moro, cui è appena stata intitolata la Biblioteca Innocenti Library di Firenze, è ancora attuale alla luce della ricerca di sensazionalismo con cui la stampa si avventa sulle problematiche dei minori. È successo di nuovo pochi giorni fa: Panorama ha dedicato il servizio di copertina ai “nostri figli portati via da un giudice”.

Un articolo, commenta Francesco Occhiogrosso, presidente del Centro nazionale, che sembra «più un chiaro attacco alla magistratura minorile che una comunicazione su situazioni specifiche».

Nel sommario del pezzo si legge: «In Italia sono più di 32 mila i bambini che vengono chiusi nelle comunità o dati in affido a un'altra famiglia. Spesso per cause non del tutto giustificate. Così si moltiplicano le critiche contro assistenti sociali, psicologi e magistrati. Accusati di interventismo e di perizie frettolose. Ma soprattutto di alimentare un vero business. Che per alcuni vale più di 1 miliardo».C'è spazio anche per una “mappa dei rapiti” nelle sei pagine che il settimanale dedica all'argomento, costellate di virgolettati come «Mia figlia ha chiesto: mamma, perchè mi hai abbandonato?», «Al mio bambino hanno fatto cambiare quattro famiglie e perfino due scuole in pochi mesi, nemmeno fosse un pacco postale».

«I contenuti dell'articolo apparso su Panorama rappresentano più un chiaro attacco alla magistratura minorile che una comunicazione su situazioni specifiche», dice il presidente del Centro Nazionale Francesco Paolo Occhiogrosso, interpellato a margine del convegno dedicato a Carlo Alfredo Moro. «I numeri forniti e anche le indicazioni sui bambini strappati alle famiglie non sono corretti – continua - In realtà buona parte degli affidamenti familiari viene fatta con il consenso della famiglia, così anche gli inserimenti nelle comunità di minori».

E questo attacco, puntualizza Occhiogrosso, si basa anche «su notizie infondate». Infatti, «mentre in altre circostanze ci si è riferiti a episodi che si erano verificati, questa volta non c'è stata alcuna causa scatenante», dice. Per i minori fuori famiglia «bisogna innanzitutto ricordare il cammino  fatto: venti anni fa c'erano 200 mila bambini in istituti assistenziali, oggi gli istituti non esistono più». Continua il presidente del Centro nazionale: «Ci sono le comunità che hanno 15mila bambini, circa altri 15mila sono in affidamento familiare». «Si sta facendo un cammino forse un po' lento – afferma - ma certamente orientato ad una maggiore tutela del minore, non solo sul piano dell'affermazione dei diritti, ma anche dei modi in cui vengono realizzati questi diritti».

Il presidente del Centro nazionale ricorda infine che «il 13 e 14 novembre si è svolto a Milano un convegno dei giudici minorili: si stanno interrogando proprio sui principi su cui operare, l'ascolto del minore, la giustizia di prossimità, l'attenzione alle relazioni e la ricerca del consenso». Occorre perciò «che la stampa e gli altri mass media aiutino questo evoluzione e non facciano denunce generiche e infondate: spesso, invece, si cede all'esigenza di attirare l'attenzione del lettore su  episodi di malagiustizia trascurando l'interesse del bambino».

Ugualmente critico anche Luigi Fadiga, docente di diritto minorile alla Lumsa di Roma ed ex presidente del Tribunale per i minorenni della Capitale. «L'articolo apparso su Panorama è molto negativo per diversi aspetti – dice - ciò che ho trovato più negativo sono le fotografie dei minori, le fotografie dell'avvocato e l'intervista ai minori: sono cose che vanno contro i principi della Carta di Treviso e della Convenzione per i diritti del fanciullo».

Secondo Fadiga «il fenomeno dei minori fuori famiglia è un fenomeno ancora poco conosciuto, sia in termini quantitativi che qualitativi e quasi tutte le Regioni sono colpevoli e carenti su questo punto». Infatti, l'anagrafe dei minori fuori famiglia «è uno dei doveri che le Regioni dovrebbero attuare al più presto». Perché, continua il docente universitario, «strutturare un piano di intervento per realizzare il diritto del minore alla propria famiglia richiede anche di sapere quanti siano questi ragazzi, quanti sono fuori, perché sono fuori, quanti hanno la possibilità di tornare, quanti non ne hanno nessuna». «Per questi ultimi occorre immaginare interventi alternativi – dice - La Regione Toscana è all'avanguardia sull'analisi del fenomeno, ma a livello nazionale ci sono Regioni che nemmeno rispondono a richieste di dati perché non li hanno.».

Va all'attacco di Panorama anche Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti: «L'articolo dice cose profondamente ingiuste – afferma - Di fatto se nel nostro Paese è stato possibile chiudere gli istituti per minori lo si deve proprio alla crescita degli affidamenti familiari». Le affermazioni apparse su Panorama «non sono condivisibili, rappresentano un'offesa ai servizi e alla magistratura minorile». L'affidamento familiare è dunque, continua la presidente dell'istituzione fiorentina, «permette ai bambini che non possono rimanere nella loro famiglia per situazioni di emergenza di essere accolti e di mantenere i contatti con la famiglia naturale».

Infine va registrata anche la posizione critica dell'Associazione nazionale magistrati e dell'Associazione italiana per i minorenni e per la famiglia, che parlano di «totale disinformazione» e di «dati assolutamente non corretti».

L'articolo, scrivono i magistrati, «non approfondisce le ragioni di fondo che portano all'intervento della magistratura minorile, quali i gravi problemi talvolta vissuti dai bambini all'interno delle famiglie né riferisce che gli allontanamenti del minore dalla famiglia vengono decisi nei casi limite, quando non esistono più le condizioni per restare in famiglia».

Anm e Aimmf reputano perciò l'articolo «un totale e acritico attacco non tanto nei confronti di possibili errori giudiziari, ma all'intero sistema di protezione giudiziario dei cittadini minorenni, con la conseguente delegittimazione della magistratura minorile proprio nel 20°anniversario della Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo (New York, 1989), celebrato in questi giorni». (bg/mf)