Un quadro completo e aggiornato sull'immigrazione in Italia, che indaga su vari aspetti del fenomeno, fra cui la presenza sul territorio e l'inserimento nel tessuto sociale: a tracciarlo è il XIX Rapporto sull'immigrazione di Caritas e della fondazione Migrantes, che dedica alcuni capitoli anche ai minori migranti.
Il Rapporto, presentato a Roma il 28 ottobre, analizza diversi aspetti del fenomeno con specifico riferimento alle nuove generazioni. Alcuni dati riguardano, ad esempio, il numero dei minori, la loro ripartizione territoriale e la provenienza. Dall'analisi del documento di Caritas e Migrantes emerge un costante aumento del numero di minori migranti, passati dai 284.000 del 2001 ai 761.000 del 2007 e diventati, nel 2008, ben 862.453.
Ma in quali regioni si concentra la presenza di minori stranieri? I dati evidenziano che la maggioranza vive in Lombardia, dove si registrano 219.584 presenze, pari al 25 per cento del totale. Seguono il Veneto (110.355 presenze, pari al 13 per cento), l'Emilia Romagna (97.344 minori, pari all'11 per cento del totale) e il Piemonte (80.683 presenze, pari al 9 per cento). In queste quattro regioni si concentra il 58 per cento dei minori presenti in Italia. Fra le province, quella di Milano registra il numero più alto di minori stranieri (344.367 presenze). Segue la provincia di Roma con 321.887 minori stranieri residenti.
Per quanto riguarda, invece, la provenienza, secondo la stima contenuta nel Rapporto al vertice della graduatoria risultano il Marocco, con 150.000 minori e l'Albania, con 125.000. Seguono Romania (73.000), Cina (59.000), Tunisia (39.000), Egitto e Filippine (32.000), Serbia e India (27.000), Macedonia (23.000), Sri Lanka (21.000), Bangladesh (20.000) e altri paesi. Considerando, tuttavia, i dati più recenti sulle iscrizioni scolastiche, il numero dei minori romeni sale a 112.000.
Il Rapporto si sofferma anche sul mondo della scuola. Dal quadro tracciato da Caritas e Migrantes emerge un ritratto della scuola italiana nel quale spiccano classi sempre più multietniche. Il dossier statistico, infatti, registra un aumento del 9,5 per cento del numero di alunni stranieri iscritti all'anno scolastico 2008/2009, 54.800 ragazzi in più rispetto all'anno precedente. Un incremento che da una parte rispecchia la tendenza generale dell'ultimo periodo, dall'altra risulta ridimensionato rispetto agli ultimi quattro anni (nel 2007/2008 l'aumento del numero di alunni stranieri era stato del 14,4 per cento, nel 2006/2007 del 18,1 per cento, nel 2004/2005 del 27,9 per cento). Cresce invece rapidamente il numero di studenti stranieri di seconda generazione, diventati 233.051, quasi 34.000 in più rispetto all'anno passato.
L'incidenza più elevata di studenti stranieri si registra nella scuola primaria (8,3 per cento) e, a livello regionale, in Emilia Romagna (12,7 per cento) e Umbria (12,2 per cento). A rappresentare il numero più alto di studenti stranieri sono i romeni (un sesto del totale degli alunni stranieri), seguiti da albanesi e marocchini.
Per quanto riguarda gli esiti conseguiti dagli studenti stranieri nell'anno scolastico 2007/2008, dai dati emerge che tra tutti gli studenti - italiani e stranieri - ammessi alla scuola secondaria inferiore e superiore, gli studenti stranieri sono stati, rispettivamente, il 6 e il il 3 per cento. Tra le cause l'anzianità dell'immigrazione in Italia e la necessità di molti figli di immigrati di entrare subito nel mondo del lavoro per esigenze economiche e per ottenere a 18 anni un permesso di soggiorno sganciato dai genitori. Le alunne, che rappresentano il 47 per cento degli iscritti e alle superiori raggiungono il 50 per cento, registrano livelli di successo scolastico superiori rispetto ai maschi. (bg)