"Viaggi della vergogna": campagna del Governo

2008/11/20

Il turismo sessuale è un fenomeno sommerso, difficilmente quantificabile ma che secondo Ecpat

- la rete  internazionale di associazioni che combatte il traffico di minori a scopo sessuale - coinvolge circa due milioni e mezzo di bambini e adolescenti (il 40% con meno di dodici anni e il 75% femmine). Nel nostro paese i dati ufficiali parlano di 80 mila italiani coinvolti nel turismo sessuale ma non è possibile precisare quanti lo praticano nei confronti di minori. Si tratta comunque di un giro d’affari stimato tra 80/100 miliardi di dollari, gestito da organizzazioni criminali che nei paesi più poveri del mondo sfruttano i bambini nella prostituzione o in produzioni pornografiche.   Per combattere questi  “viaggi della vergogna” il governo ha promosso una campagna nazionale di sensibilizzazione e dissuasione con lo slogan: «E se fosse tuo figlio? Insieme per un turismo responsabile». Nel manifesto della campagna, campeggia in primo piano solo lo sguardo inteso e interrogativo di un bambino. Un’immagine essenziale, a forte contenuto emotivo, che non indulge alla violenza ma ricorda come «In certi paradisi quello che vedono i bambini è un inferno».    Presentata dalla sottosegretaria al Turismo, Michela Brambilla, l’iniziativa fa leva su un  codice di certificazione del turismo responsabile (CTR) che impegnerà i tour operator, le agenzie di viaggio, le strutture ricettive, le compagnie aeree e gli aeroporti ad adottare comportamenti funzionali alla lotta contro «uno dei crimini più spregevoli». Le aziende che sottoscrivono il codice sono chiamate a promuovere l’informazione e l’aggiornamento del personale che opera sia in Italia che all’estero; a non utilizzare nelle proposte di viaggi messaggi pubblicitari ambigui o in grado si suscitare suggestioni e richiami sulla possibilità di incontri sessuali con bambini; a pubblicizzare il proprio impegno contro il commercio sessuale dei minori e le norme previste dalle leggi italiani sulla pedofilia, la tratta e la pornografia minorili. Il codice prevede anche che nei contratti con i corrispondenti esteri siano inserite clausole per non agevolare, in alcun modo, il contatto tra il turista ed eventuali sfruttatori. Alle strutture alberghiere sarà inoltre chiesto di non consentire l’accesso, nelle camere dei clienti,  di bambini o adolescenti del luogo che possano essere gestiti da persone o organizzazioni coinvolte nella prostituzione. E per rendere più stringenti gli impegni assunti è previsto il recesso dei contratti nel caso in cui le clausole di salvaguardia non siano rispettate. Le aziende che aderiscono al codice potranno esibire il marchio di garanzia come uno dei requisiti di affidabilità e serietà e delle proprie attività turistiche. Norme all’avanguardia, a cominciare dalla legge 269 del 1998, ma che in questi anni sono finite, come ha detto la sottosegretaria Brambilla, “nel dimenticatoio” e che ora il governo vuole rilanciare coinvolgendo tutti gli operatori della filiera turistica ma anche i governi di quei paesi in cui non vi sono regole o leggi altrettanto severi. L’Italia vuole essere capofila di un turismo responsabile e a Roma il 14 novembre, presso il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, è stata inaugurata la sede del segretariato del Comitato mondiale per l’etica del turismo. «È arrivato il momento – ha sottolineato la sottosegretaria Brambilla - che tutti i governi del mondo adottino provvedimenti come questi e comincino a fare qualcosa di concreto per mettere fine a questo ignobile commercio».     La  campagna di informazione prenderà il via nelle prossime settimane con uno spot televisivo e annunci stampa sui media nazionali. È prevista anche la diffusione di materiali specifici (locandine, porta-biglietti, vetrofanie) nei luoghi in cui transitano i turisti, nelle pubblicazioni e nei siti internet delle associazioni che aderiscono al progetto. (foto: Red Shoes, Puerto Rico, campagna Amnesty International contro la prostituzione minorile)