Witness il testimone

2009/07/20 Type of resource Film cards Topics Childhood Titles Rassegne filmografiche

di Peter Weir (Usa, 1985)

Sinossi

Pennsylvania. Rachel Lapp è una giovane vedova in viaggio con il figlioletto Samuel. La donna fa parte degli ‘Amish’, una comunità rurale che rifiuta il progresso e i beni tecnologici per rifugiarsi in una vita che conserva i ritmi, i lavori, le usanze delle comunità religiose europee del XVIII secolo. Anche il vestito e il suo aspetto evidenziano la differenza di stile di vita che incorre tra lei e il mondo circostante. Il piccolo Samuel purtroppo, durante una sosta presso una stazione ferroviaria, assiste ad un brutale omicidio. La vita della piccola famiglia ne viene completamente stravolta. L'ispettore John Book, che sospetta di uno dei suoi colleghi, assume le indagini e si incarica della protezione del piccolo e della madre. Quando però John Book viene ferito gravemente da un poliziotto colluso, egli si vede costretto a ripararsi all’interno della comunità Amish. Questa volta è la vita dell’ispettore a cambiare radicalmente. Egli scopre le tradizioni inusuali della vita rurale, costruisce un tenero rapporto con il ragazzino e si innamora, ricambiato, di Rachel. Tuttavia la resa dei conti con i criminali è questione di giorni, tanto che, dopo una difficile ricerca, i poliziotti corrotti riescono a rintracciare la comunità e vi si recano per uccidere John. Solo la bravura del detective e il provvidenziale intervento del piccolo Samuel, che suonando una campana fa accorrere tutti gli Amish sul posto, permetteranno a John di salvarsi. Catturati i colpevoli e salutati per l’ultima volta Rachel e Samuel, John si allontana definitivamente da loro.

Analisi

Complesso e poliedrico come in molti altri suoi film, Peter Weir in Witness il testimone decide di agire su numerosi piani tematici tanto da permettere più gradi di lettura. Il contenitore da cui parte il regista australiano è il film di genere, il thriller o più precisamente il poliziesco, anche se il suo sguardo non disdegna richiami ad altri generi cinematografici come il western – perché il finale, con l’arrivo della ‘cavalleria’ Amish, è una riproposizione di un finale alla John Ford – o la commedia sentimentale. Su questo ‘contenitore’ Weir opera un allargamento sia di carattere spaziale allorquando dalla claustrofobica e caotica metropoli trasferisce l’azione filmica nelle lande fuori dal tempo della Pennsylvania, sia di carattere narrativo attutendo, subito dopo la prima parte del film, i segni tipici del thriller, ovvero la suspense, la violenza, la contraddizione del personaggio principale. Su quest’ultimo punto lo strappo è particolarmente evidente perché ad una prima parte in cui tutte le caratteristiche ‘classiche’ dell’eroe sono debitamente presentate (tensione verso il bene, spirito di vendetta, passato incerto, convinzione nei propri mezzi, uso della violenza), ne segue una seconda in cui la figura del detective viene quasi del tutto irrisa e smontata: a partire dai vestiti (particolarmente buffi e ridicoli addosso a John Book), dall’impossibilità di usare la pistola, la macchina o l’uso della forza, caratteristiche, queste, solitamente imprescindibili nella descrizione di un poliziotto. Il passaggio e l’inserimento nella nuova comunità modificano le caratteristiche di John Book. Nel finale, quando viene ripreso in mano il filo dell’azione e il detective torna al suo ruolo, egli non è più lo stesso: non ha una pistola (l’unico omicidio che compie passa attraverso un’arma non sua ma sottratta ad un altro poliziotto), non può scappare con l’auto; deve ringraziare l’intervento pacifico della comunità Amish senza la quale sarebbe senza dubbio sconfitto. Il secondo livello di lettura critica parte proprio dalla riflessione sul genere cinematografico. L’indebolimento delle doti eroiche di John Book ha senso in quanto l’uomo entra in contatto con una realtà aliena da quelle cui solitamente hanno a che fare i detective (in senso traslato si potrebbe dire gli ‘occidentali’). Peter Weir inventa quest’artificio narrativo (l’arrivo del detective nella comunità), per raccontare, come già in Mosquito Coast, in L’ultima onda, e in Un anno vissuto pericolosamente, l’incontro tra due diversi modi di intendere la vita, tra due modelli opposti di società. Come molti commentatori hanno notato, il topos weiriano nasce senz’altro dall’origine australiana del regista e dall’attenzione che da sempre quella società ha posto sulle tematiche della convivenza e dell’integrazione tra aborigeni e bianchi. La storia d’amore (impossibile) tra Rachel e John va letta in questa prospettiva. Non come una normale relazione sentimentale, ma come il tentativo di cercare una sintesi (fallita) tra culture così diverse. Il terzo livello di lettura implica l’intervento di Samuel, il quale apparentemente sembra avere una funzione secondaria all’interno del film. Al contrario invece, il piccolo si rivela il vertice delle due direttrici opposte impersonate da John e Rachel. La scena iniziale, in cui Samuel assiste ad un omicidio, riassume bene la sua funzione catalizzatrice: la macchina da presa, dopo averci fatto vedere la violenta esecuzione, indugia sul volto del bambino che, attraverso un piccolo interstizio, assiste interdetto all’omicidio. “La purezza dello sguardo e la violenza dello spettacolo rinviano allo choc della luce e delle tenebre” (F. Vallet, L’image de l’enfant au cinéma, Cerf, 1991), rinviano all’unione degli opposti, di cui Samuel è simbolo. Egli è lo sguardo che giudica una società dove i fratelli (vittima e carnefice sono entrambi poliziotti) si uccidono senza pietà (l’assassino si lava le mani dopo l’omicidio come se si fosse sporcato di sugo invece che di sangue) e dove gli adulti sono soli e senza amore (si veda la sorella di John, il capo ispettore con la moglie ottusa, lo steso John). Egli è, più in generale, lo sguardo innocente e ignaro di fronte al mondo (si pensi alle scene iniziali in cui chiede alla madre la funzione di tutti gli oggetti che incontra per strada), non è ancora stato indottrinato alla filosofia Amish (egli dimentica il cappello nella panca della stazione), e rappresenta quindi il trait d’union tra le due ‘civiltà’. Solo grazie a lui John finisce nella comunità rurale, solo grazie a lui John si salva dalla vendetta dei poliziotti collusi. L’infanzia, ci dice Weir, alla luce dell’inevitabile abbandono del detective costretto a lasciare gli Amish per tornare alla sua vita, diventa l’unico spazio della vera integrazione, l’unico anello che può unire due diverse catene. Paradossalmente, ma non troppo, di entrambe l’anello più debole.

Marco Dalla Gassa