Il piccolo Archimede

2009/07/20 Type of resource Film cards Topics Education Adoption Titles Rassegne filmografiche

di Gianni Amelio

(Italia, 1979)

Sinossi

Anni Trenta: il professor Heines (un critico d’arte inglese in Toscana con la sua famiglia per un periodo di studio) intuisce le incredibili capacità intellettuali di Guido, figlio di un contadino e orfano di madre. Stimolato dallo studioso, il bambino dimostra un grande talento per la musica e, soprattutto, per la matematica. Quando Heines torna per un breve periodo in Inghilterra, Guido viene adottato dalla signora Bondi, proprietaria della terra sulla quale vive e lavora il padre del bambino. Al suo ritorno Heines apprenderà che Guido si è suicidato in seguito allo stato di depressione causato dalla vita in città.

Analisi

Prodotto nel 1979 per la RAI, Il piccolo Archimede non è un film incentrato sul tema dell’adozione ma costituisce un documento comunque esemplare al fine di illustrare le differenze tra l’adozione concepita come atto di generosità, rivolto unicamente a dare al bambino condizioni di vita migliori di quelle della famiglia di origine e adozione intesa a garantire, oltre a quanto è essenziale alla mera sopravvivenza, anche e soprattutto un substrato affettivo indispensabile ad una crescita psico-emotiva equilibrata. Tali atteggiamenti opposti sono incarnati rispettivamente dalla signora Bondi e dal professor Heines, portatori all’interno del film di due visioni altrettanto antitetiche della vita e del mondo che li circonda. L’intellettuale inglese, studioso e amante dell’arte italiana, un uomo abituato a spostarsi spesso all’estero, avvezzo a sentirsi ospite ovunque vada, ha un approccio nei confronti del luogo nel quale vive di profondo rispetto anche nei confronti di quanto di più umile lo abiti. Anche verso Guido il suo atteggiamento è improntato al medesimo rispetto: Heines, malgrado la vicenda sia ambientata negli anni Trenta, quando le differenze sociali erano ancora molto sentite, permette a suo figlio di giocare con il contadinello e anche quando si reca a parlare con il padre del bambino per tentare di dissuaderlo dal cedere Guido alla signora Bondi si resta colpiti dalla sua grande sensibilità. Ma la conferma dell’apertura mentale di questo personaggio ci viene dall’atteggiamento assunto all’atto della scoperta delle grandi capacità di Guido: agendo con grande prudenza, l’uomo mette a disposizione del bambino tutto il suo sapere senza tuttavia forzarne le attitudini in una direzione prestabilita, in un atteggiamento di osservazione partecipe e, allo stesso tempo disinteressata, ciò che gli permette di scoprire che alla base dell’inclinazione musicale di Guido c’è un talento forse ancora maggiore per la matematica. Allo stesso modo, di fronte all’annuncio della signora Bondi, interessata ad adottare Guido solo per trarne profitto e prestigio, Heines esprime il dubbio che il bambino, privato dell’affetto paterno e del contatto con la natura, possa soffrirne. La proposta di Heines, dare al padre di Guido il sostegno economico necessario affinché il bambino possa studiare, cade nel vuoto, perché frutto di un’ottica che potremmo definire “ecologica”, troppo all’avanguardia rispetto alla visione rapace e possessiva della sua antagonista. Emergono con chiarezza due concezioni opposte di adozione, ovvero due metodi diversissimi di far fronte ai problemi dell’infanzia disagiata. Quello di Heines, teso a tutelare e aiutare il più possibile la famiglia d’origine (laddove, ovviamente, non vi siano situazioni di maltrattamento): l’uomo, infatti, compie una vera e propria opera di affido part-time, offrendo a Guido i suoi insegnamenti, il suo affetto e quello della sua famiglia (il bambino gioca anche con il figlio di Heines suo coetaneo). Quello della signora Bondi, una donna di mezza età, priva di figli, che vede nel bambino la compensazione di un suo desiderio di maternità frustrato, è improntato a una concezione dell’adozione tesa a dare un bambino a chi è privo di figli anziché una famiglia a chi ne ha bisogno.

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