Scarabocchi e non solo. Per una pedagogia del disegno nei nidi e nelle scuole dell'infanzia

La società attuale si contraddistingue per le numerose e varie immagini virtuali pertanto, molto spesso, si banalizza la produzione dei disegni da parte del bambino, incoraggiando in maniera implicita e talvolta inconsapevole la sua condizione di consumatore di figure, piuttosto che sollecitarlo a esserne lui stesso il protagonista creativo. Il volume in oggetto esamina, da un punto di vista pedagogico e metodologico-didattico, l’educazione grafico-pittorica dei piccoli da 0 a 6 anni, pertanto si rivolge a tutti coloro cha hanno a che fare con l’infanzia, i quali con questo testo possono trovare sostegno nel lavoro di costruzione di contesti comunicativi in cui aiutare il bambino a esprimersi e quindi a conoscersi.

Nella mentalità comune lo scarabocchio è considerato uno degli aspetti che differenziano il mondo del bambino da quello dell’adulto, in quanto altro non è che un segno irrazionale senza significato, che si allontana del tutto dal tratto lineare e controllato della persona matura. Secondo Ezio Compagnoni, l’autore del libro, non è assolutamente vera tale credenza, infatti egli ritiene che lo scarabocchio sia strettamente collegato all’evolversi dell’essere umano e che possa incidere sulla formazione del pensiero e della personalità di ogni bambino. L’identità umana, costituita da una natura sistemica e da una dimensione ecologica, permette che ogni persona, adulto e bambino, si esprima sia come individuo che come componente di un gruppo sociale o di una comunità: lo scarabocchio è uno dei modi attraverso cui è possibile comunicare. Attraverso lo scarabocchio il bambino si mette in contatto con il mondo esterno e rappresenta il proprio mondo interiore: il segno grafico può dare spiegazioni sulla capacità di relazione del piccolo con l’altro e sulle sue abilità di ricordare, giudicare, scegliere, capire, ascoltare e vedere le diverse situazioni, in sintesi può offrire interessanti letture e riflessioni in merito al suo sviluppo. Grazie al disegno è possibile recuperare la multidimensionalità e la complessità della vita cui partecipa un bambino: mediante il disegno egli esplora e sperimenta aspetti della vita, in una parola inizia a conoscere se stesso e gli altri. All’interno di una cornice di questo tipo l’autore sottolinea il ruolo che svolge la persona adulta –educatore, insegnante e genitore – nell’attribuire un senso e un significato sia all’attività del disegnare che alle produzioni grafico-pittoriche dei bambini. Soltanto un occhio attento è in grado di leggere e quindi interpretare lo scarabocchio: osservando l’evoluzione del disegno infantile, dai due ai sei anni, è possibile cogliere il passaggio dagli scarabocchi a forme grafiche cui il piccolo attribuisce significati e rappresentazioni ben comprensibili nei suoi contenuti tematici. Per decodificare la rappresentazione iconica dei bambini occorre però che l’adulto abbia non solo una consapevolezza e una competenza tecnica, ma anche un adeguato approccio metodologico.

L’autore presenta anche un’approfondita documentazione didattica dei principali giochi-esercizio elaborati insieme ad alcuni insegnanti: si tratta di materiale informativo e descrittivo delle possibilità operative dell’approccio metodologico presentato, pertanto offre percorsi possibili con lo scopo di facilitare e snellire il compito dei docenti. Non sono esercizi di addestramento esecutivo e neppure di percorsi per obiettivi di abilità specifiche, ma di esperienze di apprendimento al cui interno ogni bambino utilizza al meglio le sue competenze, abilità, interessi e conoscenze grazie alle opportunità proprie dei processi di simbolizzazione che sono mediati dal fare grafico pittorico.

 

Compagnoni E., Scarabocchi e non solo. Per una pedagogia del disegno nei nidi e nelle scuole dell'infanzia, Molfetta, La meridiana, c2010.

 

Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza