Coordinamento pedagogico e servizi per l’infanzia

Quella del coordinatore pedagogico è una figura professionale emergente, presente già da molti anni in alcune realtà comunali toscane e in via di divenire in altre. In questo volume collettaneo si vuole, in particolare, definirne l’identità professionale, cercando di individuarne mansioni e ruoli, risorse e competenze necessarie. Il primo dei saggi di cui si compone il volume, quello di Aldo Fortunati, analizza ruolo e funzione del coordinatore a partire dai due assi portanti del suo mansionario: la collaborazione con l’équipe per la stesura, la verifica e la documentazione del progetto pedagogico e gli aspetti più strettamente organizzativi e gestionali. In particolare, l’autore intreccia queste tematiche a quella della qualità, definendone le principali caratteristiche proprio a partire dalla necessità che esse si configurino come percorsi di ricerca di qualità pedagogica e organizzativa.

Il saggio di Roberta Baldini fa invece riferimento più da vicino a quella che spesso è considerata la funzione principale del coordinatore pedagogico, cioè la programmazione delle attività, nonché la programmazione più generale che è sottesa a ogni attività frontale con i bambini nei servizi 0-3. L’autrice mette in campo a questo proposito una riflessione circa la necessità di concettualizzare la definizione di “progetto pedagogico”, che è compito peculiare del coordinatore e che rappresenta un processo di sintesi delle varie istanze del nido andando ben al di là e ben oltre la semplice programmazione delle attività.

La riflessione di Gloria Tognetti prende invece in considerazione la funzione del coordinatore pedagogico in relazione alla pratica della documentazione pedagogica. In particolare, l’autrice considera questa funzione di importanza decisiva perché consente di coniugare il piano delle ipotesi con quello delle esperienze, declinando in una direzione problematicista e improntata a complessità il lavoro all’interno dei servizi educativi.

Il saggio di Lilia Bottigli si focalizza sulla funzione-ponte che il coordinatore pedagogico può e dovrebbe rivestire rispetto alla diade educatori-famiglia.

Barbara Biagioni si concentra invece sul ruolo del coordinatore relativamente alla programmazione e alla conduzione di veri e propri percorsi di continuità educativa tra il nido e la scuola dell’infanzia.

Erminia Ficorilli prende in considerazione la funzione del coordinamento relativamente alla predisposizione e progettazione di percorsi di aggiornamento e di formazione in servizio. A questo proposito chiama in causa le competenze più istituzionali del coordinatore unite a quelle più trasversali, legate quindi alla predisposizione di un clima relazionale favorevole nel gruppo “in formazione”.

Segue il saggio di Molinari e Butelli che ci descrivono il modello che il Comune di Firenze si è dato a proposito di coordinamento. Quello di Giagnoni che si focalizza sulle competenze amministrative e organizzative del coordinatore. Mattesini parla invece dell’attuale questione relativa alla necessità che il coordinatore esplichi una funzione di raccordo tra pubblico e privato e una finestra sulla situazione del privato la aprono con i loro interventi successivi Magrini, Spagnoli, Dondoli e Di Lorenzo, che offrono appunto una concettualizzazione del ruolo del coordinatore pedagogico all’interno del privato sociale.

 

Catarsi E., (a cura di), Coordinamento pedagogico e servizi per l’infanzia, Azzano San Paolo, Junior, c2010

 
Tutte le proposte di lettura sono pubblicate anche nella rivista  Rassegna bibliografica: infanzia e adolescenza