Fame nel mondo, rapporto Fao-Ifad-Wfp-Unicef-Oms [1]
Nel 2018 circa 820 milioni di persone non hanno avuto cibo a sufficienza, rispetto agli 811 milioni dell’anno precedente. Il rapporto annuale sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo State of Food Security and Nutrition in the World [4], realizzato da cinque agenzie delle Nazioni Unite (Fao, Ifad, Wfp, Unicef, Oms), mette in luce, per il terzo anno consecutivo, l’aumento della fame nel mondo.
«Questo dato – si legge nella presentazione - evidenzia quanto sia estremamente arduo raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 2, che prevede l’azzeramento della fame nel mondo entro il 2030. I progressi compiuti per dimezzare il numero di bambini che soffrono di malnutrizione cronica e ridurre il numero di quelli con basso peso alla nascita sono troppo lenti, e ciò contribuisce a rendere ancora più difficile il raggiungimento dell’Obiettivo SDG n. 2».
Allo stesso tempo anche sovrappeso e obesità continuano ad aumentare in tutto il mondo, in particolare tra i minorenni in età scolare e gli adulti: il rapporto registra 40 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni in sovrappeso (eccessivo peso rispetto all’altezza), 338 milioni di under 18 in età scolare e adolescenti in sovrappeso e 672 milioni di adulti obesi (13%, pari a un adulto ogni 8).
Secondo i dati dell’indagine, le persone affamate erano, nel 2018, 513,9 milioni in Asia, 256,1 milioni in Africa e 42,5 milioni in America Latina e Caraibi.
L’edizione 2019 del rapporto, inoltre, introduce un nuovo indicatore per misurare l’insicurezza alimentare a diversi livelli di gravità e monitorare i progressi verso l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2: la prevalenza dell’insicurezza alimentare moderata o grave.
«Questo indicatore – si spiega nella presentazione - si basa su dati ottenuti direttamente dalle persone tramite sondaggi sul loro accesso al cibo negli ultimi 12 mesi, utilizzando la Nuova scala dell’insicurezza alimentare (FIES). Le persone esposte a insicurezza alimentare moderata sono quelle che si dicono incerte rispetto alla loro capacità di procurarsi il cibo, e che per sopravvivere hanno dovuto ridurre la qualità e/o la quantità di cibo che consumano».
Secondo i dati dell’indagine, oltre due miliardi di persone – che vivono in massima parte nei Paesi a basso e medio reddito – non hanno un accesso sicuro e regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti. Una condizione che tocca anche i Paesi ad alto reddito: si stima che circa l'8% della popolazione in Nord America ed Europa soffra di un accesso irregolare al cibo.