Famiglie in viaggio, report Unicef-Terre des Hommes [1]
Famiglie in viaggio. Storie di nuclei familiari nei centri di accoglienza in Italia è il nuovo report lanciato dall’Unicef e Terre des Hommes il 15 dicembre scorso. Un’indagine sull’accoglienza delle famiglie richiedenti asilo in Italia che nasce da una raccolta di testimonianze tra Sicilia e Calabria, nei centri di prima accoglienza e accoglienza straordinaria dove le due organizzazioni operano offrendo supporto psicosociale.
Secondo i dati riportati nel documento, solo nel 2025 sono arrivate via mare in Italia oltre 63.900 persone; di queste, il 20% sono minorenni (circa 11.700), di cui circa 1.000 arrivati insieme alle proprie famiglie. A questi si aggiungono le oltre 1.700 persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo nel 2025, alcuni delle quali facevano parte di nuclei familiari che non sono mai riusciti a portare a termine il viaggio.
Il report racconta le difficoltà vissute da queste famiglie, con bisogni complessi e vulnerabilità specifiche, attraverso dati aggiornati e le testimonianze dirette di madri, padri, bambine e bambini raccolte direttamente nei centri di accoglienza. Fra le cause principali che spingono ogni anno molte famiglie a intraprendere viaggi pericolosi via terra e mare c’è la mancanza di alternative, aggravata dal bisogno di fuggire da guerre, violenze, persecuzioni, condizioni di povertà e cambiamenti climatici.
«Le famiglie che incontriamo – si legge nella pubblicazione - rimangono spesso nei centri di accoglienza straordinaria (CAS) per lunghi periodi, talvolta diversi anni. Il possibile isolamento geografico, le condizioni abitative, la presenza o meno di personale specializzato e l’accesso ai servizi di base quali l’assistenza sanitaria e psicologica o servizi educativi e scolastici possono incidere sui percorsi delle famiglie. Soggiorni forzatamente prolungati, senza chiari percorsi di integrazione, aumentano le difficoltà di accesso a condizioni di vita autonoma e riducono la libertà di scelta del proprio progetto di vita. Questo comporta rischi per la salute mentale, soprattutto per quelle persone che hanno già subito l’impatto di eventi potenzialmente traumatici, legati al percorso migratorio».
Nel documento le due organizzazioni rivolgono una serie di raccomandazioni alle istituzioni, che sottolineano, fra l’altro, l’importanza di rafforzare la protezione e l’accoglienza per tutte le famiglie, promuovere la formazione qualificata degli operatori e garantire l’accesso tempestivo e continuo ai servizi essenziali.
Si può consultare il report [5] sul sito dell’Unicef.
Altri materiali e notizie si trovano su questo sito alla tematica Famiglie straniere [3], raggiungibile dal menù di navigazione “Temi”.
