Minori e cocaina, nuove linee guida [1]
Nuove linee guida per rimodulare i programmi di prevenzione e affrontare in modo più efficace la diffusione del consumo di cocaina tra i giovani: le ha presentate alla fine di giugno il sottosegretario di Stato per famiglia, droga e servizio civile [2] Carlo Giovanardi, insieme a una nuova campagna di comunicazione che coinvolge testimonial d'eccezione del mondo dello sport e dello spettacolo. L'edizione 2008 della relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze [2] rileva infatti che sopra i 20 anni si incrementano i consumi di eroina, cocaina e cannabis, mentre nei giovani sotto i 19 anni cresce solo quello della cannabis.
Rivolte a genitori, educatori, operatori sanitari, forze dell’ordine, amministrazioni centrali e locali, le linee guida su “Cocaina e minori” fanno riferimento a tre livelli di intervento differenziati a seconda della popolazione a cui sono rivolti: un livello universale, rivolto a tutti con raccomandazioni preventive di base sui pericoli legati all'uso di droghe e altre sostanze; un livello selettivo rivolto a gruppi vulnerabili secondo fattori di rischio ambientali o famigliari, per i quali vanno elaborati interventi educativi e terapeutici adeguati; infine la prevenzione indicata per coloro che hanno già avuto problemi legati all'assunzione di sostanze, con interventi di contenimento dei danni e aiuti al reinserimento sociale. Questi livelli si devono integrare con approcci multimetodologici e strategie di comunità attraverso le quali sviluppare percorso preventivo precoce, che insegni da subito la cura del proprio corpo, la corretta alimentazione e l'esclusione dall'uso di tabacco, alcool, farmaci non prescritti. Secondo le linee guida, questo percorso educativo deve snodarsi all'interno della famiglia, della scuola e della comunità.
Per raggiungere questi obiettivi, il documento del Dipartimento politiche antidroga [3] del governo, delinea come azioni strategiche come campagne di comunicazione, maggior azione informativa a supporto della famiglia per incentivare anche la responsabilizzazione dei genitori, ricorso a strumenti multimediali, inizio degli interventi educativi prima della soglia dei 14 anni, applicazione delle leggi contro la promozione e la pubblicizzazione dell'uso di droghe, controlli antidroga e antialcol sui guidatori minorenni, coinvolgimento di testimonial credibili che possano fare presa sull'universo giovanile.
Proprio a quest'ultimo punto si ispira la nuova campagna di spot Fai goal nella vita, non usare le droghe, dove i campioni di Juventus, Milan e Inter come Maldini e Gattuso [4], Del Piero e Giovinco [5], Balotelli e Zanetti [6] e l'attore Raul Bova [7] mettono in guardia i ragazzi sulla pericolosità delle droghe.
I numeri della relazione 2008 al Parlamento dicono che, nella popolazione studentesca tra i 15 e i 19 anni, la percentuale che ha dichiarato di aver usato almeno una volta eroina è del 2,1%, cocaina del 5,9% e cannabis del 31,5%. Il trend per gli under 19 vede in aumento solo quest'ultima, mentre cocaina e eroina sono in diminuzione. Nel 2,1% che riguarda l'eroina, preoccupa il maggior interessamento del genere femminile nelle fasce più giovani, anche se il consumo rimane prevalentemente occasionale. Prevalentemente maschile il consumo di “coca”, che però è sceso a valori simili a quelli del 2000. Per la cannabis, aumenta leggermente il consumo femminile e prosegue quello precoce: il 20% di consumatori ha 16 anni. Per le droghe sintetiche, invece, scende il consumo di stimolanti (solo il 4,7% l'ha usato una volta), mentre continua il trend ascendente degli allucinogeni, che raggiungono il 4,7%.
Aumenta anche il policonsumo: di solito le droghe vengono assunte insieme a tabacco e alcol, ma la cannabis è la droga più “trasversale”, quella più spesso associata alla cocaina, all'eroina e all'alcol. Tra le conseguenze per la salute, la relazione registra il decremento dei decessi per incidenti stradali droga correlati: nel 1999 erano stati 1.002, nel 2008 invece 502. le fasce 14-24 (per le donne) e 19-24 (per i maschi) rimangono quelle critiche e Emilia Romagna, Veneto e Umbria sono le regioni con la più alta mortalità (mf).
