Povertà in Italia, dati Istat 2021 [1]

Nel nostro Paese la povertà assoluta è stabile e conferma sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia da Covid-19. Secondo le stime definitive dell’Istituto nazionale di statistica, raccolte nel report [5] diffuso il 15 giugno scorso, nel 2021 sono poco più di 1,9 milioni le famiglie in povertà assoluta (con un’incidenza pari al 7,5%), per un totale di circa 5,6 milioni di persone (9,4%), valori stabili rispetto al 2020 quando l’incidenza ha raggiunto i suoi massimi storici ed era pari, rispettivamente, al 7,7% e al 9,4%.
«La causa di questa sostanziale stabilità – si spiega nel report - è imputabile a diversi fattori; in particolare, a un incremento più contenuto della spesa per consumi delle famiglie meno abbienti (+1,7% per il 20% delle famiglie con la capacità di spesa più bassa, ossia la quasi totalità delle famiglie in povertà assoluta) che non è stato sufficiente a compensare la ripresa dell’inflazione (+1,9% nel 2021), in assenza della quale la quota di famiglie in povertà assoluta sarebbe scesa al 7,0% e quella degli individui all’8,8%».
I dati rivelano che nel 2021 l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,0%, da 9,4% del 2020), mentre scende in misura significativa al Nord (6,7% da 7,6%), in particolare nel Nord-ovest (6,7% da 7,9%). Tra le famiglie povere, il 42,2% risiede nel Mezzogiorno (38,6% nel 2020), e il 42,6% al Nord (47% nel 2020). Si ristabilisce dunque la proporzione registrata nel 2019, quando le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite quasi in egual misura fra Nord e Mezzogiorno.
Il report evidenzia, fra l’altro, il peggioramento della condizione delle famiglie con maggior numero di componenti: l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 22,6% tra quelle con cinque e più persone e l’11,6% tra quelle con quattro; segnali di miglioramento provengono dalle famiglie di tre (da 8,5% a 7,1%) e di due componenti (da 5,7% a 5,0%). Il disagio è più marcato per le famiglie con figli minorenni, per le quali l’incidenza passa dall’8,1% delle famiglie con un solo figlio under 18 al 22,8% di quelle che ne hanno da tre in su. Valori elevati si registrano anche per le coppie con tre o più figli (20,0%) e per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari (16,3%).
Sempre molto critica la condizione dell’infanzia. La povertà assoluta in Italia colpisce infatti un milione 382mila bambini (14,2%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale). L’incidenza varia dall’11,4% del Centro al 16,1% del Mezzogiorno. Nel confronto con il 2020 le condizioni dei minorenni sono stabili a livello nazionale, ad eccezione del peggioramento registrato per i bambini dai 4 ai 6 anni (15,4% dal 12,8%), in particolare nel Centro, dove, nella stessa classe di età, l’incidenza passa al 13,2% dall’8,3% (in generale per gli under 18 del Centro peggiora l’incidenza passando all’11,4% dal 9,5%). Seppur sostanzialmente stabili gli altri valori restano distanti da quelli registrati nel 2019.
Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minorenni sono quasi 762mila, con un’incidenza del 12,1% (stabile rispetto al 2020).
«L’incidenza della povertà tra le famiglie con minori – si legge nel documento - varia molto a seconda della condizione lavorativa e della posizione nella professione della persona di riferimento: 9,5% se occupata (16,1% nel caso di operaio) e 23,3% se non occupata (27,2% se è in cerca di occupazione). La cittadinanza gioca un ruolo importante nel determinare la condizione socio-economica della famiglia. Si attesta a 8,3% l’incidenza di povertà assoluta delle famiglie con minori composte solamente da italiani, mentre cresce al 36,2% (dal 28,6% del 2020) per le famiglie con minori composte unicamente da stranieri e arriva al 30,7% nel caso in cui nella famiglia in cui sono presenti minori ci sia almeno uno straniero, ben due volte e mezzo rispetto al valore medio delle famiglie con minori».
Aumenta inoltre l’incidenza di povertà relativa. Le famiglie che si trovano in queste condizioni sono infatti circa 2,9 milioni (l’11,1%, contro il 10,1% del 2020), per un totale di quasi 8,8 milioni di persone (14,8%, contro il 13,5%). Rispetto al 2020, l’incidenza di povertà relativa familiare aumenta soprattutto nel Mezzogiorno, dove passa al 20,8% dal 18,3% del 2020; anche a livello individuale si registra una crescita significativa dell’incidenza del fenomeno, sia in media nazionale (che torna ai livelli del 2019 quando era 14,7%) sia, in particolare, nel Mezzogiorno (dal 22,6% del 2020 al 25,3% del 2021) e nel Centro (dall’8,9% del 2020 al 10,0% del 2021).
Altri materiali e notizie si trovano su questo sito alla tematica Povertà [6], raggiungibile dal menù di navigazione “Temi”.