Le condizioni dei bambini siriani a dieci anni dall’inizio della guerra, rapporto Save the Children [1]

È online, sul sito di Save the Children, il rapporto Ovunque, ma non in Siria [5], lanciato dall’organizzazione nell’ambito della campagna Stop alla guerra sui bambini. Il rapporto traccia un quadro sull’infanzia in Siria a distanza di dieci anni dall’inizio del conflitto nel Paese asiatico da cui emerge che sono 2 milioni i bambini e le bambine tagliati fuori dalla scuola e altri 1,3 milioni rischiano fortemente di perdere l’istruzione.
Secondo i dati dell’indagine, l’80% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e 6,2 milioni di bambini rischiano di soffrire la fame (almeno 137 mila sotto i cinque anni già in questo momento stanno combattendo con la malnutrizione acuta).
Solo nel 2020 ci sono state 2.600 gravi violazioni nei confronti dei minorenni e 1.454 tra bambine e bambini sono stati uccisi o sono rimasti gravemente feriti. Sono stati registrati 157 attacchi armati contro le scuole e in quasi una famiglia siriana su tre i figli mostrano evidenti segnali di stress psicosociale dovuti al conflitto e alle paure legate alla guerra.
Il rapporto evidenzia che quasi 9 bambini rifugiati siriani su 10, tra coloro che oggi vivono in Giordania, Libano, Turchia e Paesi Bassi non vogliono tornare in Siria, un Paese in cui in questo momento non riescono a immaginare il proprio futuro. E tra i minorenni sfollati che si trovano attualmente tra i confini del Paese uno su 3 preferirebbe vivere altrove.
«Bambine e bambini fuggiti dalle loro case in Siria, in cerca di un luogo dove sentirsi al sicuro – si legge nel sito di Save the Children -, continuano a dover fare i conti con discriminazioni e scarso accesso all’istruzione, come confermano 2 minori su 5 tra quelli che abbiamo ascoltato. In Libano, per esempio, il 44% dei minori siriani non va a scuola, il 36% in Giordania e il 35% in Turchia, Paese che ospita attualmente 3,7 milioni di rifugiati siriani e più di 300 mila richiedenti asilo, di cui il 46% sono bambini».
Queste le principali ragioni che tengono i minorenni lontani dalla scuola, elencate da coloro che oggi non possono studiare: l’impossibilità di affrontare i costi scolastici (41%); discriminazioni (29%); motivi di sicurezza (19%); mancanza di documenti (19%).
Il 44% di tutti i bambini coinvolti nell’indagine afferma di aver subìto discriminazioni, nel proprio quartiere o a scuola, percentuale che arriva al 58% se a rispondere sono i minorenni che oggi si trovano in Siria.
Più di un bambino su 4, tra tutti quelli intervistati, ha detto che il suo più grande sogno è che un giorno la guerra possa finalmente finire; per il 18% il maggiore desiderio è quello di andare a scuola e continuare a studiare.
Il rapporto è disponibile nella sezione “Pubblicazioni” [6] del sito di Save the Children.