Mortalità infantile, rapporto Unicef-Oms 2020 [1]

Nel 2019, nel mondo, il numero di decessi tra zero e 5 anni è sceso al punto più basso mai registrato nella storia (5,2 milioni, con un calo di quasi il 60% rispetto ai 12,5 milioni del 1990). Lo rivela il rapporto Levels and Trends in Child Mortality 2020 [5], realizzato dall’Unicef, dall’Organizzazione mondiale della sanità, dalla Divisione delle Nazioni Unite per la popolazione e dalla Banca mondiale.
«Nonostante questi risultati – ha affermato il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo -, il bilancio globale delle morti fra bambini e giovani rimane immenso. Nel solo 2019, 7,4 milioni di bambini, adolescenti e giovani sotto i 25 anni sono morti nel mondo, per lo più per cause prevenibili o curabili. A livello globale, il 70% della mortalità under 25 si è concentrato nella fascia di età tra 0 e 5 anni, con 5,2 milioni di decessi. Tra questi ultimi, 2,4 milioni (pari al 47% della mortalità infantile globale) si sono verificati nel primo mese di vita, 1,5 milioni (28%) tra il secondo mese e il compimento del primo anno, e 1,3 milioni (25%) tra il dodicesimo mese di vita e il compimento dei 5 anni. Altri 2,2 milioni di decessi si sono verificati tra i bambini e i giovani tra i 5 e i 24 anni nel 2019, di cui il 43% durante il periodo adolescenziale, tra i 10 e i 19 anni».
Secondo i dati del rapporto, anche prima della pandemia di Coronavirus i neonati erano i soggetti a più alto rischio di mortalità. Nel 2019, un neonato ha perso la vita ogni 13 secondi, ossia circa 6.700 al giorno. L’incidenza della mortalità neonatale (0-1 mese) all’interno della mortalità infantile complessiva (0-5 anni) è salita dal 40% del 1990 al 47% di oggi.
Le analisi dell’Unicef e dell’Organizzazione mondiale della sanità evidenziano le pesanti limitazioni e interruzioni dei servizi sanitari nazionali causate dalla pandemia, che minacciano di vanificare decenni di progressi conquistati faticosamente.
«Negli ultimi 30 anni gli interventi per prevenire o curare le cause della mortalità infantile (dalle nascite premature a quelle sottopeso, dalle complicazioni del parto alla sepsi neonatale, dalla polmonite alla diarrea e alla malaria), affiancate dall’espansione delle vaccinazioni – si legge nella presentazione del rapporto pubblicata sul sito dell’Unicef -, hanno consentito di salvare milioni di vite umane. Adesso, tuttavia, in tutto il mondo i servizi per la salute materna e infantile – visite ambulatoriali e a domicilio, vaccinazioni, assistenza pre e post-parto – hanno subito interruzioni a causa della carenza di risorse economiche e umane (assorbite dalla lotta al Covid-19) e di un generale disagio nell’utilizzo dei servizi sanitari dovuto alla paura di contrarre il coronavirus».