Mortalità infantile, rapporto Unicef-Oms [1]
Ogni giorno nel mondo muoiono 15.000 bambini sotto i 5 anni; nel 46% dei casi (pari a 7.000 al giorno) il decesso avviene entro i primi 28 giorni dalla nascita. Lo rivela il nuovo rapporto Levels and trends in child mortality 2017 [5], realizzato dall’Unicef, dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dalla Divisione per la popolazione delle Nazioni Unite (Undesa) e dalla Banca Mondiale.
Nonostante i notevoli progressi raggiunti dal 2000 nella riduzione della mortalità fra i bambini sotto i 5 anni, il fenomeno si concentra sempre più nella fascia neonatale: la percentuale dei decessi che avvengono nei primi 28 giorni di vita, dal 2000 a oggi, è salita dal 41 al 46%.
I dati evidenziano che la mortalità neonatale globale si verifica per tre quarti in due sole regioni: Asia meridionale (39%) e Africa subsahariana (38%). La metà dei decessi neonatali avviene in cinque Paesi: India (24%), Pakistan (10%), Nigeria (9%), Repubblica Democratica del Congo (4%) ed Etiopia (3%).
Polmonite e diarrea sono le principali cause della mortalità infantile a livello mondiale (causano rispettivamente il 16% e l’8% dei decessi dei bambini), mentre le complicazioni per nascita prematura determinano il 30% della mortalità neonatale.
«Molte vite potrebbero essere salvate se si riducessero le diseguaglianze globali», spiega l’Unicef nella presentazione del volume.
Il rapporto contiene anche alcune raccomandazioni utili a porre fine alla parte evitabile della mortalità infantile: estendere a tutte le famiglie l’accesso a operatori sanitari qualificati, durante la gravidanza e al momento del parto; diffondere misure a basso costo come vaccinazioni, allattamento al seno e farmaci essenziali; rendere universale l’accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici, attualmente fuori dalla portata delle comunità più povere.