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Più integrazione a scuola grazie al lavoro di rete [1]

01/08/2014 Tipo di risorsa:
Notizie [2]
Temi:
Bambini e adolescenti rom sinti e caminanti [3]
Titoli:
Le notizie [4]

Il nostro viaggio nelle 13 città riservatarie [5] coinvolte nel Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti è giunto alla fine. Ultima tappa, Roma.
Il progetto - promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali [6] con la collaborazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca [7] e la partecipazione dell'Istituto degli Innocenti [8] di Firenze – ha previsto varie attività nelle scuole e nei campi, che hanno avuto l'obiettivo di favorire l'integrazione scolastica e l'inclusione sociale dei bambini e degli adolescenti rom, sinti e caminanti.

Stavolta a parlarci di questa esperienza (nel contesto romano) è Nedzib Sejdovic, nonno rom che siamo andati a trovare nel campo in cui vive, in via Salviati 72, insieme alla famiglia e al nipote, di cui ha l'affidamento. Il bambino, alunno della scuola primaria dell'Istituto comprensivo Via Santi, ha partecipato alle attività della sperimentazione. Nedzib, portavoce del campo di via Salviati 72, con i portavoce di altri campi ha costituito l'associazione Camminando insieme, con l'intento di realizzare progetti mirati a promuovere la scolarizzazione, l'inserimento nel mondo del lavoro e l'inclusione sociale dei rom. Per far conoscere l'associazione e i progetti i referenti di Camminando insieme hanno avviato una serie di incontri con alcuni rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Ci accompagnano Huska Hasanovic detta Nadia, mediatrice culturale, e Serena Stazi, operatrice dell'iniziativa promossa dal Ministero che ci spiega il lavoro fatto nella Capitale, in particolare nella scuola romana frequentata dal nipote di Nedzib, e riguardo agli esiti tiene a sottolineare: «gli ottimi risultati del progetto nell'Istituto comprensivo Via Santi sono stati resi possibili dalla collaborazione della preside, della vicepreside e della referente scolastica del progetto, che ne hanno condiviso fin dall'inizio contenuti, metodologia e obiettivi».

Da quanto tempo la sua famiglia vive nel campo di via Salviati 72?

Siamo arrivati nel 1999. Mio nipote, nato nel 2007, vive con me da quando aveva 4 mesi.

La scuola è vicina al campo? Chi accompagnava suo nipote?

Ci sono cinque chilometri di distanza. Lo accompagnava la cooperativa Ermes; a volte andavamo io e mia figlia (sua zia) a prenderlo, all'uscita.

Il bambino ha incontrato qualche difficoltà all'inizio dell'anno scolastico?

Ha avuto problemi con la maestra. All'inizio piangeva sempre, prima di andare a scuola e dopo, all'uscita. Allora abbiamo fatto una riunione con la maestra, l'assistente sociale e Serena per capire per quale motivo il bambino si comportava così.

A cosa erano dovuti questi problemi?

La maestra, che ora è andata in pensione, lo metteva spesso in punizione e gli diceva di girarsi verso il muro. Non sappiamo il motivo di queste punizioni.

Come li ha superati?

Grazie all'aiuto di Serena e dell'assistente sociale.

Suo nipote le ha parlato dei laboratori e delle altre attività svolte con Serena?

Sì, me ne ha parlato. Mi ha detto che stava sempre insieme a Serena e si trovava bene con lei. Serena lo aiutava a fare i compiti. Hanno fatto tante cose e mio nipote è rimasto molto contento.

Quanto è importante la scuola?

È molto importante, è unica. Senza scuola nessuno può andare avanti. È difficile che le vecchie generazioni abbiano un diploma. Io so scrivere e leggere ma sono andato poco a scuola. Mia figlia è cittadina italiana, ha studiato ed è diplomata, ma quando porta il curriculum e vedono nome e cognome non le danno un lavoro.

Com'è il suo rapporto con i docenti?

È buono. Non ho mai avuto problemi con la scuola, quando mio nipote andava al nido e alla materna. I problemi, come dicevo prima, sono iniziati quando il bambino ha cominciato ad andare alle elementari. Con l'aiuto di Serena il rapporto con le insegnanti è cambiato e adesso mi trovo benissimo. È cambiato anche il rapporto di mio nipote con le insegnanti: adesso il bambino si trova bene e va volentieri a scuola.

E quello con gli altri genitori?

Va bene. Ci siamo incontrati per la recita di Natale, per il ritiro delle pagelle e la festa di fine anno.

(Barbara Guastella)

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