Minori rom, sinti e caminanti, seminario sul progetto nazionale [1]
Ieri, all'Istituto degli Innocenti di Firenze, si è tenuta la prima giornata del seminario sul Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti, iniziativa sperimentale promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali [5] con la collaborazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca [6].
L'evento, rivolto agli operatori, ai dirigenti scolastici, agli insegnanti e ad altre figure professionali coinvolte nella sperimentazione, si conclude oggi ed è il primo appuntamento dedicato alla formazione sul progetto.
Un'iniziativa complessa, ampia e articolata, che mira a favorire l'integrazione scolastica e l'inclusione sociale dei bambini e degli adolescenti rom, sinti e caminanti e sostenere il confronto e la diffusione di esperienze significative di lavoro e di saperi, valorizzando e arricchendo le esperienze locali. L'Istituto degli Innocenti [7] garantisce, con la collaborazione di esperti nazionali, l'assistenza tecnico scientifica alla sua attuazione.
Il progetto coinvolge 13 città riservatarie [8] (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) e prevede varie attività, destinate ai minori rom, sinti e caminanti e a tutti gli altri bambini e adolescenti, al personale delle scuole e alle famiglie: fra queste, incontri formativi rivolti agli insegnanti e a tutto il personale della scuola, laboratori con i bambini e gli adolescenti e attività di sostegno alle famiglie degli alunni rom, sinti e caminanti.
La mattina della prima giornata del seminario, aperta dai saluti di Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto, ha dato spazio agli interventi di rappresentanti dei ministeri promotori del progetto e di altri esperti, mentre il pomeriggio è stato dedicato ai gruppi di lavoro.
Adriana Ciampa, dirigente della Divisione III – Politiche per l'infanzia e l'adolescenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e componente del comitato scientifico del progetto, ha messo in luce alcuni aspetti chiave dell'iniziativa, fra i quali «la riuscita collaborazione interistituzionale tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca» e «la valutazione»: «in un periodo di crisi come quello attuale – ha detto soffermandosi su quest'ultimo punto – è molto importante dimostrare che l'intervento sociale è efficace».
Anche Filomena Fotia, esperta della segreteria del sottosegretario all'istruzione Marco Rossi Doria, ha sottolineato l'importanza della collaborazione tra i due ministeri, punto di forza del progetto insieme ad altri elementi, come «la condivisione con le comunità (difficile ma indispensabile), la centralità dell'apprendimento del bambino, la formazione destinata ai docenti e a tutto il personale della scuola e il fatto che le attività non si rivolgono solo ai minori rom, sinti e caminanti ma a tutti i bambini e gli adolescenti».
«Con questa iniziativa – ha spiegato Maria Teresa Tagliaventi, referente scientifico del progetto – abbiamo scelto di incidere sul clima della classe, sulle relazioni e sulle aspettative delle famiglie. Un clima positivo in classe favorisce tutti i bambini, non solo gli alunni rom, sinti e caminanti».
Vinicio Ongini, esperto del Miur e componente del comitato scientifico del progetto, ha riportato alcuni dati, ha delineato un breve excursus sulla normativa in materia e si è soffermato, infine, sul significato di intercultura, «un termine molto usato che trascina con sé dei malintesi».
Gli studenti rom, sinti e caminanti risultano 11.899 nell'anno scolastico 2011/2012, a fronte di una stima nazionale di 150 mila: un dato, questo, che rivela l'esistenza di una grande maggioranza che non è iscritta a scuola. Altri numeri che fanno riflettere sono quelli che evidenziano il grande divario fra i diversi ordini di scuole, segno delle notevoli difficoltà incontrate dai ragazzi soprattutto nel passaggio dalle primarie alle secondarie inferiori, ma anche da queste ultime alle superiori: gli alunni rom, sinti e caminanti iscritti alle primarie, infatti, sono circa 6.400, mentre gli studenti rom, sinti e caminanti iscritti alle secondarie inferiori sono circa 3.400; 134 gli iscritti alle superiori. «I dati – ha precisato Ongini – sono sottostimati. In realtà gli iscritti sono di più, perché ci sono ragazzi che non dichiarano la propria appartenenza alle comunità rom, sinte o caminanti».
Il seminario - organizzato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con la collaborazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dell'Istituto - ha fornito indicazioni teoriche, metodologiche e pratiche per la realizzazione del progetto e ha incentivato il confronto e lo scambio di esperienze fra i partecipanti, con l'intento di promuovere la costruzione di una rete nazionale di esperienze e la creazione di team locali che lavorino insieme per sviluppare pratiche e idee a sostegno dell'iniziativa.
Per approfondimenti sul progetto si rinvia alla sezione [9] dedicata di questo sito. (bg)
(Crediti [10] foto)
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