Giornata della memoria 2009 [1]
La Giornata della memoria – che dal 2000 si celebra ogni 27 gennaio – ci invita a ricordare ogni anno i tragici avvenimenti che nel decennio 1935-1945 diedero luogo all’ “Olocausto” degli ebrei e degli altri inermi prigionieri nei lager della seconda guerra mondiale. Su questo tema, in questi giorni, si tengono conferenze, letture e presentazioni di libri, vengono proiettati film, documentari, vengono raccolte testimonianze e interviste.
La celebrazione ci ripropone una delle pagine più oscure della nostra recente storia e ci chiede di meditare su come sia stato possibile che organizzazioni sociali moderne abbiano smarrito in così breve tempo i riferimenti essenziali della convivenza civile.
Furono circa 1 milione i bambini vittime della tragedia dell'Olocausto. Anche per questo non deve essere dimenticata la ferocia che si scatenò in Europa tra il 1935 e il 1945 contro persone innocenti. Gli ebrei vennero privati del lavoro, della scuola, della cittadinanza e poi vennero imprigionati per essere deportati nei campi. Assieme agli ebrei vennero deportati zingari, omosessuali e oppositori politici, disabili. Viaggiavano in carri bestiame stipati come animali. Erano donne, uomini, bambini, anziani, strappati alle loro case e alle loro famiglie e mandati a morire. Il treno, dopo un viaggio che durava giorni, li portava a Buchenwald, Auschwitz, Dachau, Mauthausen e ad altri lager dove li attendeva un incubo di violenza e di stenti e in molti casi la morte. Era la conseguenza estrema e assurda delle “leggi di Norimberga”, promulgate nel settembre del 1935 nella Germania di Hitler e – in Italia - del Regio Decreto Legge del 5 settembre 1938, che fissava i “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista”.
La Giornata della Memoria può essere un deterrente per scongiurare il ripetersi di nuove guerre, persecuzioni razziali e genocidi contro le popolazioni civili che la Storia ci ha dispensato, purtroppo, con generosità. Dallo sterminio dei Nativi americani durante il XVIII e XIX secolo, fino all'assassinio di migliaia di armeni, perpetrato dall'esercito ottomano nel 1894 e dal governo dei Giovani Turchi negli anni 1915-1916, l’elenco è lungo. In Italia si sono avute le stragi delle Foibe, in Istria e Dalmazia, dove, alla fine del conflitto mondiale, per motivi etnico-politici vennero uccisi migliaia di italiani, soprattutto dalle Forze armate della Jugoslavia, e dopo, nei Balcani, è avvenuta la “pulizia etnica” contro i musulmani, in Croazia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo.
L’Asia ha registrato altre terribili stragi con la guerra del Vietnam e con il genocidio della popolazione cambogiana.
A questo si sono via via aggiunti i drammi dell’Africa. Nel 1994, il genocidio del Ruanda, uno degli episodi più sanguinosi del XX secolo. In cento giorni, tra il mese di febbraio e luglio vennero massacrati con armi da fuoco e machete tra 800 mila e 1 milione di persone soprattutto di etnia Tutsi tra cui centinaia di migliaia di bambini. E sempre in Africa è dilagato il ricorso ai “bambini soldato”, stimati dalle Nazioni Unite in circa 300 mila nel mondo, tra Africa, Asia e America latina. Bambini e bambine innocenti, rapiti, drogati e addestrati a massacrare interi villaggi e anche oggetti di scambio sessuale per i rapitori.
La Giornata della memoria è un momento di attenzione a tutto l’orrore delle guerre degli uomini e un’occasione di rinnovato impegno per prevenire la violenza soprattutto contro i più deboli, primi tra tutti i bambini.