Risoluzione europea contro l'abbandono dei neonati [1]
«Ogni Stato deve avere l'obbligo di garantire, in qualsiasi momento, un ambiente familiare rassicurante ad ogni bambino, che si tratti della sua famiglia, della sua famiglia d'accoglienza o della sua famiglia adottiva». Recita così l'ultimo dei quattordici paragrafi della risoluzione n. 1624 Prevenire la prima forma di violenza contro i bambini: l'abbandono alla nascita [2] (il testo è in francese). E continua: «Nessun bambino deve senza ragione subire pregiudizi all'interno delle strutture educative, sanitarie e sociali disponibili. Un inadempimento a questi obblighi sarebbe indegno di uno Stato e del mantenimento della sua qualità di membro del Consiglio d'Europa».
Il Consiglio d'Europa, lo scorso 27 giugno, ha approvato la risoluzione che segnala ai 47 Paesi che ne fanno parte una serie di indicazioni per prevenire l'abbandono del neonato. Si tratta di un atto di indirizzo che, per la prima volta, affronta il tema a livello comunitario rientrando negli orientamenti più recenti della Commissione Onu.
Nel punto 7 si legge che «l'abbandono di neonati mette chiaramente in risalto la questione dell'accessibilità delle donne e degli uomini - e in particolare degli immigrati - ai diritti sul piano sessuale ed ai servizi sanitari/consultori familiari». Diventa allora di estrema importanza l'accesso alle informazioni per le donne, soprattutto delle fasce più vulnerabili della popolazione come donne sole e immigrate, donne colpite da HIV ma anche per le giovani coppie.
I Paesi che aderiscono al Consiglio d'Europa sono invitati a sviluppare i servizi di sostegno alla genitorialità e allo stesso tempo sono sollecitati a garantire alla persona adottata l'accesso alle informazioni sulle proprie origini. La risoluzione, inoltre, invita gli Stati membri a prendere provvedimenti perché sia assicurato alle donne che desiderano non riconoscere il proprio figlio naturale l'esercizio di tale diritto. (sp)
Allegato | Dimensione |
---|---|
![]() | 179.17 KB |