Stop all'alcol in gravidanza [1]
È partita l'8 marzo scorso e proseguirà fino alla fine del mese la seconda edizione della campagna Se aspetti un bambino l'alcol può attendere. Obiettivo dell'iniziativa, promossa dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia [2] e da Assobirra [3], informare le future mamme sui rischi del consumo di bevande alcoliche durante la gravidanza.
La campagna si rivolge, in particolare, alle giovani under 30: secondo i dati forniti da un'indagine Demoskopea citata nella presentazione, sono proprio loro «quelle che, meno delle altre, sanno che consumare alcol in questo delicato periodo può danneggiare il feto». «Non ci sono prove sicure che una donna che beve in modo moderato o saltuario durante la gravidanza provochi danni al proprio bambino. Ma non è al momento nemmeno possibile stabilire qual è la dose minima di alcol che permette di non correre rischi. Ecco perché nell'incertezza è meglio non bere affatto», si legge nel sito [4] dedicato all'iniziativa.
Ma quali sono e in cosa consistono le cosiddette “patologie fetali alcol correlate”? «I danni legati al consumo di alcol in gravidanza possono essere evidenti nel bambino già alla nascita, attraverso visibili malformazioni del viso, ritardi nello sviluppo psicofisico o, ancora, il manifestarsi nel corso dell'infanzia di problemi d'attenzione, di memoria, d'apprendimento, di relazione e d'integrazione sociale». A seconda della gravità di questi danni si parla di Fas (sindrome fetale alcolica), Fae (difetti alla nascita alcol correlati) e Fasd (disordini collegati all'uso di alcol in gravidanza). Il sito riporta le informazioni utili per approfondire l'argomento e offre alcuni consigli pratici per evitare rischi.
Per aiutare medici, neonatologi e pediatri a diagnosticare le patologie fetali legate al consumo di alcol in gravidanza, l'Istituto superiore di sanità [5] ha pubblicato la Guida alla diagnosi dello spettro dei disordini feto alcolici [6], presentata il 9 settembre scorso, a Roma, in occasione della prima Giornata internazionale della consapevolezza sulla sindrome feto-alcolica. Nel corso della giornata sono stati diffusi alcuni dati di uno studio sul rischio di esposizione all'alcol dei nascituri condotto dall'Istituto. La ricerca, di prossima pubblicazione, rivela che oltre 7 neonati su 100 sono esposti all'alcol materno, con una distribuzione nelle diverse città campione dell'indagine molto diversificata. (bg)