Scuola "veicolo di integrazione", non solo per i minori [1]
«La scuola è il primo veicolo dell'integrazione, per i bambini ma anche per le famiglie». Lo ha ribadito Andrea Riccardi, ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, nel suo intervento al seminario nazionale che si è tenuto l'8 e 9 marzo all'Istituto degli Innocenti di Firenze. Le due giornate, promosse dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca [2], hanno offerto uno spazio di riflessione sull'integrazione scolastica dei minori stranieri, tema complesso e delicato, che coinvolge soggetti diversi: istituzioni, scuole, famiglie, associazioni e altre realtà del privato sociale. Al seminario Enti locali, scuola, integrazione - organizzato in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale per la Toscana [3], la Regione Toscana [4], l'Istituto degli Innocenti [5], il Centro nazionale e l'Anci [6] - hanno preso parte rappresentanti istituzionali, esperti, dirigenti scolastici e docenti. Da parte di più relatori è stata sottolineata la centralità di alcuni temi cruciali nel dibattito sull'integrazione: la cittadinanza, la conservazione dell'identità culturale e linguistica degli studenti stranieri, la necessità di politiche integrate e la valorizzazione e diffusione delle buone pratiche. Le esperienze positive di integrazione scolastica realizzate da enti locali e scuole nelle grandi e piccole città, nei paesi e nei comuni montani sono state al centro delle quattro sessioni della prima giornata, che ha rappresentato, così, un'importante occasione di confronto fra amministratori e docenti, provenienti da tutta Italia. Rivolgendosi proprio a loro, agli insegnanti, Riccardi ha sottolineato: «voi avete davanti una realtà che sta cambiando e vi state attrezzando in modo estremamente efficace per affrontarla». Il problema migratorio è stato trattato «come una questione di emergenza, ma oggi ci troviamo in una stagione nuova, da costruire», ha aggiunto il ministro, che ha toccato, fra gli altri argomenti, anche il tema della cittadinanza e ha concluso il suo intervento con queste parole: «siamo in un periodo di crisi economica, è un momento difficile per investire in programmi di integrazione, ma dobbiamo comunque fare investimenti in questa direzione». Vinicio Ongini - esperto della Direzione generale per lo studente, l'integrazione, la partecipazione e la comunicazione del Ministero e coordinatore scientifico del seminario – ha tracciato un quadro delle diverse realtà territoriali del nostro Paese, che compongono il «paesaggio multiculturale della scuola italiana». Un paesaggio variegato e composito contraddistinto da tre elementi: la velocità del cambiamento, la molteplicità delle cittadinanze presenti nelle classi e il policentrismo diffuso. La scuola multiculturale, ha ricordato Ongini, «è un bene comune, che deve essere valorizzato». Del ruolo cruciale della scuola in un'epoca, quella attuale, caratterizzata dal fenomeno della «dissolvenza delle comunità» ha parlato anche Aldo Bonomi, sociologo e direttore dell'Istituto di ricerca Aaster di Milano, che ha sottolineato, fra le altre cose, la centralità della questione della cittadinanza. Su quest'ultimo argomento si è soffermata, venerdì, Maria Cecilia Guerra, sottosegretario di Stato del Ministero del lavoro e delle politiche sociali: «i ragazzi stranieri che frequentano le nostre aule non sono riconosciuti come cittadini italiani e questo è un ostacolo all'integrazione; un altro problema sono i conflitti culturali all'interno delle famiglie straniere». Guerra ha poi evidenziato la necessità di valorizzare e diffondere le buone pratiche e di mettere in atto politiche integrate. Alla seconda giornata ha preso parte anche Marco Rossi Doria, sottosegretario di Stato del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con una relazione che ha affrontato vari aspetti, fra cui il ruolo delle seconde generazioni: «bisogna finire di vederle come un problema» – ha detto a questo proposito - «perché sono produttrici, invece, di ricchezza: culturale, economica e sociale». Il sottosegretario ha concluso il suo intervento ricordando che la scuola è il luogo di cura della nostra lingua, di emancipazione e di equità e deve essere uno spazio aperto. La giornata conclusiva ha previsto, infine, una tavola rotonda coordinata da Maria Omodeo, della onlus Cospe, ed è stata l'occasione per proiettare Dal bianco e nero al colore - La scuola multiculturale nel cinema di documentazione sociale, una ricerca in video realizzata da Marco Dalla Gassa e Fabrizio Colamartino, critici cinematografici del Centro nazionale. Il filmato è un montaggio di sequenze tratte da vari documentari italiani sui temi dell'intercultura. Nel corso del seminario sono stati riportati alcuni dati del rapporto Alunni con cittadinanza non italiana. Verso l'adolescenza, realizzato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in collaborazione con la Fondazione Ismu e disponibile sul sito del Ministero. (bg)
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