Secondo rapporto sulla coesione sociale [1]
Una guida ragionata ai principali indicatori della situazione del nostro paese rapportati anche a quelli europei: è il secondo Rapporto sulla coesione sociale, predisposto dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali [2] in collaborazione con Istat [3]e Inps [4]. La novità di quest’anno è l’ampliamento del rapporto a due volumi: il primo riepilogativo e analitico, il secondo composto da tabelle statistiche e dati.
Il rapporto raccoglie e sintetizza i dati amministrativi e le indagini statistiche dell’Inps, dell’Istat e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in riferimento all’anno 2010 (e in alcuni casi, al primo semestre del 2011). Fornendo una fotografia accurata della situazione del nostro paese in questi ultimi anni, il rapporto vuole porsi come punto di riferimento per l’elaborazione di politiche più incisive per ambiti economico sociali cruciali come l’occupazione, l’istruzione, il sostegno al reddito e alle famiglie e la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
Il patrimonio costituito dai dati e dai report prodotti da ministero, Istat e Inps ha consentito di «fornire un quadro strutturato degli aspetti che riguardano la coesione sociale, ovvero la capacita della società di promuovere il benessere di tutti i cittadini, riducendo le disparita e contrastando l’emarginazione», come scrivono nell’introduzione al secondo volume il presidente dell’Istat Enrico Giovannini e quello dell’Inps Antonio Mastropasqua.
Tre le sezioni in cui è organizzato il materiale: Contesti, che riporta tre quadri informativi di scenario sui contesti socio-demografico, economico e del mercato del lavoro; Famiglia e coesione sociale, in cui si rappresentano alcuni fenomeni rilevanti – capitale umano, conciliazione tempo di lavoro e cura della famiglia, povertà; Spesa ed interventi per la coesione sociale, con dati sulla spesa sociale delle amministrazioni pubbliche, sulla protezione sociale, sulle politiche attive e passive del mercato del lavoro, sui servizi sociali degli enti locali.
Il quadro tratteggiato dal Rapporto è quello ben noto degli ultimi anni:solo per citare alcuni fenomeni, basta ricordare il livello di istruzione più basso rispetto al resto d’Europa (con punte drammatiche di abbandono scolastico nel Meridione), la continua diminuzione delle nascite mitigata dalla crescente presenza di stranieri, le difficoltà del mercato del lavoro soprattutto per giovani e donne, l’aumento vertiginoso di contratti atipici e precari, l’aggravamento delle condizioni di vita delle famiglie povere. Di sicuro interesse sono anche le parti relative alla spesa pubblica erogata a sostegno delle politiche di coesione sociale e, in dettaglio, della spesa associabile alle politiche attive e passive del lavoro, previdenziali e di sostegno al reddito e alla sua distribuzione territoriale, con approfondimenti sulle pensioni e sui servizi sociali e assistenziali territoriali.
Il ricchissimo corredo di tavole del secondo volume è completato dalle tabelle comparative relative ai Paesi dell’Unione europea prodotte dall’Eurostat e dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (Ocse).
A breve i dati sulla coesione sociale verranno resi disponibili attraverso un data base accessibile dai siti di ministero, Istat e Inps. (mf)
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