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Sempre più media digitali per i giovani italiani [1]

04/08/2011

I media personali nell'era digitale IX rapporto Censis sulla dieta mediatica degli italiani evidenzia lo spostamento degli italiani, soprattutto dei ragazzi, su internet come medium di informazioni e l’utilizzo di più mezzi di comunicazione audiovisivi, cartacei e digitali.
<<In questo rapporto ci sono ventiquattro diversi modi di informarsi e intrattenersi, vi è una moltiplicazione dei media che può essere interpretata come una frantumazione ma soprattutto come un'evoluzione.>> Con queste parole Giuseppe Roma ha presentato il nono rapporto Censis [2] sulla dieta mediatica degli italiani <<Risulta infatti evidente>> ha proseguito Roma << che vi è una somma dei mezzi di comunicazioni e che gli italiani con il passare del tempo hanno una dieta mediatica sempre più varia.>>.
In effetti al crescere degli internauti abituali che arrivano al 53% con una crescita del 6% rispetto al 2010, la televisione mantiene il primo posto con il 97,4%, dato ormai stabile da diversi anni. Ma andando a sviscerare all’interno di questo dato  si scopre che la tv ha perso il 27% a favore del digitale terrestre, che il satellite mantiene la sua fetta di spettatori pari al 35% e le web tv raggiungono il 17,8% degli italiani.
Sono i giovani i principali promotori del cambiamento visto che il 41% di loro è utente delle web tv e il 39,6 della tv via satellite, e la percentuale degli internauti nella fascia dai 14 ai 29 anni si avvicina a quella degli spettatori tv: 84,6% contro il 95% della tv.
A conferma delle parole del presidente del Censis la crescita di 14 punti percentuali degli ascoltatori della radio, il mass-media nato a inizio novecento ha conquistato anche i più giovani grazie all'aiuto della rete e della programmazione in streaming.
Oltre quindi alla maggior varietà la dieta mediatica degli italiani sta diventando sempre più digitale e meno cartacea tanto che è la carta stampata il settore più in crisi, diminuisce quindi il digital divide ma aumenta il press divide. A questo proposito durante la presentazione del rapporto Censis Paolo Garimberti, presidente Rai ha sottolineato che il pluralismo dell’informazioni è senza dubbio un bene, ma che al tempo stesso l’eterogeneità delle fonti rende molto difficile il controllo delle fonti stesse. Infatti l’83% gli internauti è consapevole del fatto che in rete si possono trovare contenuti poco affidabili, ma evidentemente è disposto a correre il rischio visto che sempre l’83% riconosce alla rete il merito di dare voce a chiunque. Tale merito è riconosciuto dal 94% dei ragazzi che considerano la rete un mezzo importante al servizio della democrazia e sono convinti, nella quasi totalità dei casi, che tutti i contenuti debbano circolare liberamente e gratuitamente in rete.

Internet è utilizzato prima di tutto per trovare indicazioni stradali e per ascoltare musica, ma sta prendendo campo anche in Italia l’utilizzo per le operazioni bancarie, per accelerare le pratiche con gli uffici pubblici e per prenotare visite mediche. E' interessante notare come i più giovani, in un momento di crisi economica e di diffusa disoccupazione giovanile, considerano internet il migliore spazio dove cercare lavoro.
Questo rapporto del Censis  sottilinea il boom dei social network, popolarissimi tra i giovani al punto che Facebook è frequentato dall'89% dei ragazzi dai 14 ai 29 anni, seguono YouTube, Messenger, Skype e  Twitter. I siti di social networking sono utilizzati anche come fonte d'informazione insieme ai motori di ricerca soprattutto dai più giovani che, affidandosi all'informazione in rete, hanno abbandonato nel 53% dei casi la lettura dei testi a stampa.
Infatti come fonte d'informazione al primo posto per l'80% degli italiani (si scende al 69% per la fascia più giovane) c'è sempre il telegiornale.
Solo  il 31% degli italiani legge i quotidiani e frequenta al tempo stesso la rete, mentre il quasi 29% ha nella propria dieta mediatica soltanto la televisione e la radio. Sicuramente la dieta mediatica degli italiani sta cambiando, grazie soprattutto ai giovani internauti, ma se pensiamo che il traguardo del 50 per cento dei cittadini in rete nel resto d’Europa è stato raggiunto fra il 2006 e il 2007, quasi 5 anni fa è evidente che stiamo scontando ancora un forte ritardo digitale. (francesca conti)

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