Un minorenne su 5 sopra i 6 anni non pratica sport nel tempo libero. Lo rivelano i dati dell’Osservatorio #Conibambini sul ruolo dello sport nella vita dei più giovani, che analizzano anche la situazione degli impianti sportivi.
I dati - pubblicati sul sito dell’impresa sociale Con i Bambini, nella pagina dedicata - evidenziano che l’Italia è agli ultimi posti rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea per spese complessive e pro capite dedicate allo sport. Di conseguenza, anche l’offerta di strutture è molto inferiore rispetto alla media europea: 131,1 ogni 100mila abitanti gli impianti sportivi nel nostro territorio nazionale nel 2022, con una dotazione maggiore nel Centro e nel Nord (circa 140 strutture ogni 100mila residenti); molto indietro invece Sud e isole, con meno di 107 impianti ogni 100mila abitanti.
«Il ritardo dell’Italia meridionale sull’impiantistica per fare sport – si legge nel sito dell’impresa sociale - non emerge solo nella capillarità territoriale, ma anche rispetto ad altre caratteristiche dell’offerta presente. Le regioni del Mezzogiorno sono agli ultimi posti per disponibilità di discipline praticabili».
Secondo i dati di una ricerca promossa da Sport e Salute, Svimez e Uisp, nel 2023 risultava pienamente funzionante il 91% degli impianti del Centro-Nord e l’81% nel Mezzogiorno. «Mentre la quota di strutture inutilizzabili appare omogenea (meno dell’1% in entrambe le aree), nell’Italia meridionale è molto più elevata la quota di impianti parzialmente funzionanti: 17,7% del campione, oltre il doppio del Centro-Nord (8,29%). Parliamo di strutture che, in base a quanto dichiarato dai rispondenti, necessitano di urgenti ristrutturazioni per l’usura, possono avere problemi di illuminazione o di guasti agli impianti, oppure mancare di spazi adeguati allo svolgimento delle attività».
L’Osservatorio sulla povertà educativa #Conibambini nasce dalla collaborazione fra l’impresa sociale Con i Bambini e la Fondazione Openpolis per promuovere un dibattito sulla condizione dei minorenni in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte. L’obiettivo è aiutare il decisore a mettere in atto politiche a sostegno dei bambini e dei ragazzi che vivono in stato di disagio, attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti a disposizione di tutti coloro che a vario titolo si confrontano sul tema della povertà educativa minorile.
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