Il contrasto alla povertà delle persone minori di età e delle loro famiglie: un inquadramento normativo 

Il problema della povertà e delle disuguaglianze sociali che da essa discendono rappresenta una delle più importanti sfide dell’età contemporanea, interessando con intensità e grado di diffusione diversi tutte le aree del mondo: dai Paesi meno sviluppati che sono certamente i più colpiti, con tassi di povertà estrema altissimi fra la popolazione, sino anche ai Paesi più sviluppati dove la povertà è un fenomeno tutt’altro che eradicato specie tra le categorie più fragili, tra cui le persone minori di età, e nelle regioni più periferiche e rurali. A partire dal livello internazionale, il contrasto alla povertà continua quindi a essere al primo posto nell’agenda politica delle Nazioni Unite, restando ancora oggi una delle più grandi sfide irrisolte. Non è un caso che il primo obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu, riguardi proprio la lotta alla povertà, intesa come la sfida prioritaria da vincere, il punto da cui partire nel ripensamento radicale e complessivo dei modelli di sviluppo, la condizione imprescindibile per dare a un numero sempre maggiore di persone la possibilità di una vita dignitosa.

La pandemia da Covid-19 non è tuttavia il solo fattore che ha contribuito ad aggravare il tasso di povertà estrema minacciando il raggiungimento del Goal 1 dell’Agenda 2030. Anche cambiamenti climatici e conflitti armati, non ultimo quello scoppiato in Ucraina, stanno incidendo fortemente sul tasso di povertà, soprattutto per quanto concerne le persone minori di età, ponendo problematiche di sviluppo rispetto alle prospettive esistenziali dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze e, in senso generale, del futuro delle nuove generazioni.

In allegato la principale normativa europea e nazionale sul tema del contrasto alla povertà delle persone minori di età e delle loro famiglie.