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Quarto rapporto Istat sul benessere in Italia [1]

2017/01/10 Type of resource:
News [2]
Topics:
Well-being [3]
Titles:
News [4]

La quarta edizione del Rapporto sul benessere equo e sostenibile in Italia [5] dell'Istat offre una fotografia aggiornata dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese.
Il rapporto, lanciato il 14 dicembre scorso, analizza un ampio set di indicatori suddivisi in 12 “domini del benessere”: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi.
Vediamo alcuni dei dati che riguardano, in particolare, i bambini, gli adolescenti e i giovani.
Nel capitolo dedicato alla salute si parla anche di mortalità infantile, un fenomeno che continua a diminuire (da 30 decessi ogni 10 mila nati vivi del 2012 a 29,6 del 2013), soprattutto tra i bambini di genitori stranieri. La riduzione è sintesi di andamenti diversi a livello territoriale: il tasso si riduce nel Mezzogiorno mentre aumenta nel Centro e, in particolare, nel Lazio e nelle Marche.
I dati riportati nel capitolo sull'istruzione e la formazione rivelano che nel 2015 il tasso di abbandono del sistema formativo continua a diminuire, attestandosi al 14,7%, mentre rimane alto per gli studenti nati all'estero (31,3%).
In lieve diminuzione, dopo anni di intensa crescita, il numero di Neet (giovani tra i 15 e i 29 che non lavorano e non studiano): si passa infatti dal 26,2% del 2014 al 25,7% del 2015. Il divario territoriale rimane ampio e non accenna a ridursi. Il tasso di abbandono si attesta all'11,6% nel Centro-Nord e al 19,2% nel Mezzogiorno, dove, d'altro canto, la quota di Neet (35,3%) è quasi doppia rispetto a quella del Nord (18,4%).
Tra i risultati positivi emerge «il ruolo della scuola dell'infanzia, che svolge un compito fondamentale per l'inclusività, in particolare per i bambini di origine straniera o provenienti da famiglie in condizioni di disagio sociale»: la partecipazione alla scuola dell'infanzia supera il 92% per i bambini tra i 4 e i 5 anni, confermandosi tra le più alte in Europa.
I dati sul benessere economico evidenziano, fra l'altro, l'aumento della quota di persone a rischio di povertà, che nel 2015 sale al 19,9% dal 19,4% del 2014. La povertà assoluta cresce raggiungendo quota 7,6%, pari a 4 milioni e 598 mila persone, a seguito dell'aggravarsi della condizione delle famiglie più ampie, in particolare le coppie con due figli e le famiglie di stranieri. (bg)

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